Partorire è un evento naturale nella vita di una donna. La stragrande maggioranza delle donne avverte dolore durante il parto.
La percezione del dolore del travaglio è oltremodo soggettiva, e dipende dalla situazione emotiva con cui la donna arriva al parto, dal suo vissuto, dalla sua soglia del dolore.

Il dolore (“le doglie”) è forse “l’enigma” della nascita: da sempre, tutte le culture, si sono interrogate sul perché un evento lieto e naturale, che riguarda individui in salute, sia associato al dolore fisico.

Uno degli elementi che è comunque opportuno sottolineare è che il dolore del parto non è una sorta di “maledizione”, bensì ha una sua funzione all’interno del complesso processo ormonale e fisico necessario per dare alla luce il figlio: esso infatti funge da interruttore per una serie di processi biologici che regolano la produzione di endorfine (che calmano sia il dolore della madre sia quello del feto) sia il rilascio di ossitocina (che permette la continuazione del processo).

Inoltre, Il fastidio ed il dolore delle prime doglie (i prodromi del parto, ovvero le prime contrazioni) ha  la funzione di avvisare la donna dell’imminenza dell’insorgere del travaglio. E’ difficile immaginarselo nella nostra vita moderna, ma questo avvertimento è di fondamentale importanza nel mondo animale: le ore del travaglio e del parto rappresentano un periodo di grande vulnerabilità, quindi le avvisaglie dolorose che si manifestano a qualche ora dalla nascita permettono alla madre di rifugiarsi nella tana, al riparo dai predatori, per affrontare questo momento con la massima sicurezza possibile.

Anche noi, “mammifere civilizzate”, tendiamo naturalmente a rintanarci, o recarci tempestivamente in ospedale, quando percepiamo l’approssimarsi delle doglie: è un riflesso del nostro istinto che ci porta a reagire al dolore assicurando a noi e al cucciolo la protezione che percepiamo come più adeguata.

E’ dimostrato che il corpo femminile permette la dilatazione quando la madre percepisce attorno a sé questa sicurezza.  Fintantoché la donna non si senta sicura, le doglie possono susseguirsi anche con grande dolore ma la dilatazione non procede o si blocca.

Durante il procedere del travaglio, il dolore ha una funzione di guida, ovvero stimola la madre ad assumere le posizioni che, arrecando sollievo (normalmente carponi, o alcune posizioni asimmetriche) facilitano la discesa del bambino attraverso il canale del parto.

Video a cura di Blogmamma in collaborazione con Openminds corsi pre-parto