A casa mia il presepe si prepara molto rapidamente: è costituito da una microcapanna in legno e da statuine essenziali in miniatura, anch’esse in legno. Mi piacciono però tutti quei presepi un po’ elaborati, specialmente quelli attraverso i quali si crea qualcosa di nuovo ogni anno, grazie anche alla collaborazione dei figli.

Ho visto qualche giorno fa a casa di un’amica un presepe molto interessante sotto questo aspetto, perché preparato come vi dicevo con l’aiuto e la partecipazione di tutti i figli.

Le casette sullo sfondo sono state fatte dalla mamma con degli scarti di polistirolo, raccolti appositamente dagli imballi nel corso dell’anno. Sagomati, dipinti e arricchiti di drappeggi costituiscono un bellissimo villaggio.

La capanna dove è nato Gesù è stata fatta invece dal papà e dai bambini con i legnetti che il figlio minore (4 anni) aveva raccolto per giocare nel giardino della scuola materna.

C’è anche un mulino ad acqua, acquistato, con una pompa interna che fa girare l’acqua in un circuito chiuso.

Con dei sassolini i miei amici hanno fatto un sentiero, con il muschio raccolto in montagna l’erba, e con lo scampolo di un lenzuolo il cielo.

Per i bambini fare il presepe diventa in questo modo un bellissimo gioco, un momento in cui piccoli e grandi possono esprimere la loro creatività e al tempo stesso riflettere sul significato originale del Natale, che non deve essere – a mio avviso – solo una corsa affannosa per fare o per procurarsi i regali più interessanti.