Se mi aveste chiesto cosa erano i Calopsite (o Calopsitte) solo qualche mese fa, avrei risposto probabilmente che era una qualche patologia del piede, o qualcosa del genere.

Ho scoperto invece che i Calopsite erano deliziosi pappagallini gialli o cenerini il giorno in cui uno si è posato sulla spalla di mio marito mentre si trovava sopra un tetto a lavorare.

Non so da dove arrivasse né quale fosse la sua storia, fatto sta che Pietro (il nome lo ha deciso mio figlio) rimase con noi due giorni, due giorni in cui giocò con noi, dormì sulla nostra spalla, volò da una testa all’altra, per la gioia dei bambini, mia e anche di mio marito. Fummo tutti conquistati da tanta allegria e giocosità.
Probabilmente però Pietro si era ammalato, aveva preso freddo o chissà cos’altro nel suo periodo di libertà e morì dopo due giorni, lasciandoci in un grande sconforto.
Senza nemmeno parlarci però io e mio marito avevamo già preso la stessa decisione: avremmo avuto altri Calopsite.

E così da allora, alla mia già numerosa famiglia di bipedi e quadrupedi, si sono aggiunti due piccoli pennuti: Pietro II e Perla.

Mamme a scuola di Petcare @Purina

I Calopsite sono pappagallini nativi dell’Australia che si nutrono di semini di piccole dimensioni. Sono molto intelligenti, come tutti i pappagalli, ed è possibile insegnare loro qualche giochino e qualche motivetto o qualche parolina.
Va premesso che ci vuole tempo e pazienza per conquistare la fiducia di un pappagallino e renderlo socievole e giocherellone.

La via che io consiglio è quella di affidarsi ad un allevatore che allevi i Calopsite “a mano”, ovvero li nutra da quando sono piccoli con le proprie mani. In questo modo il pappagallino non avrà paura dell’uomo, anzi, sarà socievole e il grosso del lavoro di “conquista” sarà già stato fatto.
E’ possibile comunque farsi amico anche un pappagallo non allevato a mano. Ci vorrà tanto tempo e tanta pazienza, ma sarà una soddisfazione in più quando ci sarete riusciti.

Nel mio caso la femmina è stata allevata a mano e il maschio no.

Sto combattendo una lunga e lenta guerra di conquista che conto di vincere. Per ora, Pietro II mangia timidamente qualche semino dalla mia mano, incoraggiato dal fatto che Perla stia serenamente sul mio dito.

Se state pensando di adottare un “Pet” per i vostri bimbi, i Calopsite potrebbero essere un’opzione:

– saranno infatti un’ottima compagnia per i bimbi e sono un impegno relativamente poco oneroso per noi genitori (certo, bisogna comunque provvedere quotidianamente a cibo e acqua ed, eventualmente, a pulizia);

– vi basterà una gabbia di dimensioni minime di 80cm per 40cm per 50cm o, se ne avete la possibilità, anche una voliera. La gabbia dovrà avere sbarre verticali perché le Calopsite adorano arrampicarsi col becco;

– potete poi lasciare i pappagallini liberi di volare qualche ora ogni tanto (attenzione alle finestre aperte) ma se deciderete di averne solo uno, dovrete dedicargli un po’ di attenzioni giornalmente, in natura sono animali che vivono in piccoli gruppi quindi hanno bisogno della vostra compagnia;

alimentazione, in commercio, anche nella grande distribuzione, si trovano mangimi completi composti da granaglie. Potrete integrare con un po’ di frutta e verdura fresca e con le spighe di panico di cui sono ghiotti (le trovate in tutti i supermercati). Ovviamente ognuno ha i suoi gusti e toccherà a voi scoprire cosa gradisce di più il vostro animaletto: semi di mela, pasta bollita, semi di girasole, broccoli, spinaci. Attenzione solamente a caffè e cioccolato, che possono essere tossici!

– una volta ogni tanto potrete lasciare una vaschetta d’acqua per consentigli di bagnarsi, infatti i Calopsite amano molto l’acqua, in natura vivono lungo i corsi dei fiumi. C’è chi usa uno spruzzino e pare che i pappagallini apprezzino tantissimo.

– la pulizia della gabbia si può effettuare una volta a settimana e vi ruberà una mezz’oretta al massimo. Una volta al mese potrete invece effettuare una pulizia più approfondita.

Una curiosità, pare che le Calopsite si riproducano abbastanza facilmente (potreste quindi trovarvi a gestire una progenie numerosa) e i pappagalli provvedono ai loro cuccioli secernendo un siero dal collo detto “latte di pappagallo” con il quale nutrono i piccoli.
Il costo per mantenere un Calopsite si aggira intorno ai 50 euro l’anno, il prezzo di un Calopsite varia dai 40 euro fino ai 150 euro per quelli allevati a mano (si risparmia parecchio rispetto al negozio se trovate un allevatore)

MammeascuoladiPetCare @Purina

Un animale in casa insegna sempre ai bambini (e anche ai genitori) l’affetto, il rispetto e la cura amorevole per il prossimo, doni di cui far tesoro per tutta la vita .

In quest’ottica anche il Calopsite si rivela un ottimo maestro, alternativo a cane e gatto e, forse meno impegnativo, ma sicuramente in grado di donare tante soddisfazioni e altrettanto affetto.

Guest blogger: Giuseppina Bertoldo Instamamme per Blogmamma.it

Purina a scuola di petcare