Che cosa è la dermatite atopica?

La dermatite atopica è la più comune malattia infiammatoria della pelle e trae origine da un difetto di barriera. In condizioni normali, la pelle è una straordinaria barriera difensiva e la difesa è assicurata da un tessuto fatto di molte cellule sovrapposte a strati, legate fra loro da giunzioni fatte di molecole “collanti”. Se, per cause genetiche, una di queste molecole manca, la pelle diventa più permeabile e lascia passare batteri e allergeni verso l’interno, acqua verso l’esterno. Un po’ come un tetto che, fra una tegola e l’altra, lascia passare l’acqua piovana.

Quali sono i segni e i sintomi della dermatite atopica?

Un lattante con dermatite atopica (o eczema) ha la pelle secca, inizialmente soprattutto sulle guance, mentre in seguito prevalgono le lesioni nelle pieghe (dietro le orecchie, ai gomiti, dietro le ginocchia). L’area del pannolino, invece, è tipicamente indenne. Le lesioni possono essere di diversa gravità: qualche piccola aerea di secchezza e desquamazione e magari un po’ di arrossamento nei casi lievi, estese zone di arrossamento, desquamazione e croste nei casi più gravi. Il sintomo principale è il prurito, molto fastidioso per il bambino, che si gratta appena può e in questo modo aggrava le lesioni.

Eczema on the kid's hand

La dermatite atopica è una malattia allergica?

La dermatite atopica non è una malattia allergica, ma si associa molto spesso ad allergie, soprattutto alimentari, che possono a loro volta causare un aggravamento dei sintomi cutanei. In passato si pensava che fosse utile ritardare l’introduzione di alcuni cibi, ma da alcuni studi più recenti risulta che questo non solo non è utile, ma probabilmente è addirittura dannoso.

Che cosa si può fare per prevenire le allergie in caso di dermatite atopica?

Dato che il difetto primitivo è l’alterazione della barriera cutanea, si può cercare di ripristinarla, applicando tutti i giorni creme o pomate, che non contengano profumi, per ripristinare il film idrolipidico protettivo della pelle. Occorre evitare tutti i possibili fattori irritanti, come ad esempio i tessuti sintetici, i profumi, gli ammorbidenti per biancheria. Inoltre occorre utilizzare oli da bagno o basi lavanti a ph acido per la detersione della pelle, al posto del sapone. Se poi ci sono delle lesioni, devono essere curate con creme a base di cortisonici, naturalmente sotto controllo del pediatra o del dermatologo. Studi recenti forniscono prove che la sensibilizzazione avviene attraverso la cute, per questo non serve ritardare l’introduzione dei cibi solidi, anzi, probabilmente va addirittura anticipata. Per quanto riguarda l’uovo, occorre ricordare che l’uovo cotto contiene meno allergeni dell’uovo crudo e che tuorlo e albume hanno caratteristiche diverse, quindi è meglio introdurli separatamente. L’allattamento al seno favorisce la tolleranza ed è opportuno che lo svezzamento avvenga mentre è ancora in corso. Infine, nei casi medio-gravi, può essere utile una profilassi ambientale per l’acaro della polvere, con coprimaterasso e copricuscino specifico. Se la dermatite è grave o estesa, può essere opportuna una valutazione allergologica prima dello svezzamento.

Articolo a cura della Dott.ssa Marinella Lavelli, Centro Medico Santagostino

Milanese, laurea in medicina nel 1977 con una tesi di argomento immunologico (deficit immunitari).
Specializzazione in Pediatria, tirocinio in cardiologia pediatrica, stage all’estero in patologia neonatale.
Dal 1984 alla fine del 2011 pediatra di famiglia. Master in immunopatologia dell’età evolutiva presso l’Università di Pavia e da 3 anni medico frequentatore presso la Clinica Pediatrica, ambulatorio di allergologia e pneumologia. Da marzo 2014 collabora con il Centro Sant’Agostino.