Uno studio condotto da ricercatori svedesi e statunitensi evidenzia un possibile nesso tra fenomeni di autismo e la presenza in casa di pavimenti vinilici: assurdo? Non del tutto, dato che i pavimenti vinilici (molto comuni in Svezia, meno da noi in Italia) possono emettere ftalati, sostanze derivate dal petrolio, potenzialmente dannose per la salute,  il cui utilizzo nei giocattoli è stato fortemente ridimensionato nel 2005, in seguito a una direttiva CE.

Gli ftalati hanno un impiego molto esteso: generalmente servono per rendere la plastica più morbida, malleabile anche a basse temperature. Il loro utilizzo è stato in passato collegato con fenomeni di allergie e asma. Attraverso test su animali è risultato inoltre che gli ftalati in dosi massicce possono interferire con gli ormoni maschili e lo sviluppo sessuale.

Questa ricerca ha messo in relazione con l’autismo altri fattori ambientali, oltre alla presenza di pavimenti vinilici o in PVC: problemi economici della famiglia, una mamma che fuma, la presenza di condensa sulle finestre, che indicherebbe uno scarso ricambio d’aria.

In particolare, i neonati o i bambini piccoli che che vivono in appartamenti con pavimenti in vinile o in PVC avrebbero il doppio delle probabilità rispetto agli altri di sviluppare l’autismo nei successivi cinque anni.

Diversi scienziati sono scettici di fronte alle conclusioni di questo studio, ma ritengono comunque che la questione del nesso tra autismo e inquinamento domestico sia da approfondire.

L’unico fatto certo è che i casi di autismo sono in netto aumento in tutto il mondo, ma le cause di tale malattia sono state finora solo ipotizzate: esiste sicuramente una componente genetica, mentre è stato escluso il nesso tra il disturbo e la somministrazione del vaccino trivalente contro morbillo, rosolia, parotite. Rimane solo presunta la correlazione con la somministrazione di Thimerosal, per decenni utilizzato nella conservazione dei vaccini, e solo recentemente eliminato negli Stati Uniti e nell’Unione Europea dai prodotti destinati ai bambini.

Le sostanze nocive a cui ci esponiamo tutti ed esponiamo i nostri figli quotidianamente sono davvero troppe, e a volte forse è meglio ignorarle, dato che, così come esiste l’effetto placebo, esiste anche un effetto nocebo. Confidiamo però che le ricerche che dimostrano la nocività di certe sostanze servano  davvero per condurre alla loro progressiva, ma completa eliminazione, laddove è possibile, non solo dai prodotti destinati all’infanzia.

Immagine: www.freenfo.blogspot.com