L’ipotesi che oggi gode di maggior credito è quella secondo cui i disturbi del sonno non causati da malattie organiche derivino dalla difficoltà dei genitori di applicare le regole del buon sonno. Su questa idea si fondano quindi i vari interventi di terapia comportamentale. Se però da questi approcci non si ottengono risultati, può diventare necessario sottoporre il bambino a una terapia farmacologica, che, in qualche caso, viene comunque prescritta in associazione alla terapia comportamentale.

L’opportunità di somministrare medicine per risolvere un disturbo del sonno in un bambino deve essere valutata attentamente dal pediatra o da un neuropsichiatra infantile, esperto di disturbi del sonno. In generale, può essere importante che i farmaci vanno presi in considerazione solo se:

In questi casi, e solo in questi, dopo attenta valutazione da parte dello specialista, può essere giusto e consigliabile ricorrere ai farmaci, anche e soprattutto per evitare che il disturbo del sonno diventi cronico e, quindi, con il passare del tempo, possa essere risolto solo intervenendo con terapie ancora più complesse e prolungate. Non si può inoltre rischiare che la gravità del disturbo del sonno del bambino metta a serio repentaglio l’equilibrio psicofisico dei genitori e il loro legame.

Voi cosa ne pensate? Ricorrereste all’utilizzo di farmaci per migliorare il sonno dei vostri bambini?

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