Tra i farmaci più venduti ci sono gli antistaminici per i bambini ma come sceglierli senza paure?

A causa dell’inquinamento delle nostre città e i danni causati a livello mondiale da uno sviluppo senza controllo oggi gli antistaminici vengono prescritti a sempre più bambini sin dalla tenera età a causa del diffondersi di disturbi respiratori come lasma, le allergie e le intolleranze.

Purtroppo come sottolineato dalla stessa comunità scientifica sono ancora pochi gli studi sulle conseguenze del loro utilizzo in età pediatrica (ricerca OsMed 2014). 

Il congresso

La prima edizione del Congresso Internazionale dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (Waidid) si è tenuta nelle scorse settimane a Milano e ha visto riuniti oltre 600 medici che si sono confrontati proprio sulla tematica dell’utilizzo degli antistaminici per i bambini.

Una sensibilità verso gli antistaminici che vede coinvolti in prima linea i pediatri che devono conoscere le caratteristiche, le indicazioni cliniche e gli effetti collaterali più importanti di questi farmaci per poter prescrivere il più adatto a ciascun bambino in base alla sua specifica malattia e disturbo.

Gli antistaminici

Gli antistaminici bloccano l’azione dell’istamina, la sostanza che il corpo rilascia quando risponde alla presenza di un allergene o di un agente infiammatorio.

Si suddividono in due tipologie:

  • antistaminici di prima generazione

hanno effetti centrali, causano sonnolenza, stanchezza, incremento dell’appetito, peggioramento delle funzioni cognitive.

  •  antistaminici di seconda generazione

hanno meno controindicazioni e rappresentano la scelta più sicura per le riniti allergiche e le orticarie e nei casi di asma allergico poiché prevengono l’ospedalizzazione dei bambini affetti da asma acuto causato da allergie.

La rinite allergica è una  malattia invalidante, che se non opportunamente seguita può incidere sul livello scolastico dei bambini. Gli adolescenti affetti da rinite allergica non trattati farmacologicamente hanno infatti il 40% di rischio in più di essere rimandati ma parallelamente se gli stessi soggetti utilizzano come terapia un antistaminico sedativo di prima generazione (forte sonnolenza), il rischio sale al 70%.