Quando un bambino ha la febbre, ingerisce un corpo estraneo, cade, è importante sapere valutare la gravità della situazione, per capire se limitarsi a chiamare il proprio pediatra o andare al pronto soccorso, che spesso tuttavia sostituisce il pediatra, se quest’ultimo non è raggiungibile. Se il bambino ha meno di in mese, tuttavia, occorre segnalare subito a un medico qualunque sintomo di malattia.

I segnali che devono indurre a chiamare un medico, anche in caso di bambini più grandi, sono, in particolare: torpore, un pianto lungo, continuo e inconsolabile, la difficoltà a respirare – in assenza di tosse o naso chiuso – le labbra blu, la rigidità del collo (senza torcicollo), la febbre oltre i 40°, la difficoltà a camminare, la pancia che rimane dura, gonfia e dolorante per molto tempo. Chi conosce bene il bambino è in grado di capire se un determinato comportamento da parte sua è un segnale allarmante, oppure no.

Vediamo come comportarci in caso di febbre alta, oltre i 38,5°: il bambino non va coperto, in modo che disperda la temperatura corporea; gli si possono fare impacchi di acqua tiepida su braccia e gambe, o anche un bagnetto tiepido; il bambino deve inoltre bere spesso; se la temperatura non cala, gli si può somministrare un antipiretico a base di paracetamolo, consultando il pediatra per il dosaggio.

Se il bambino ha ingerito un corpo estraneo, talvolta riesce a eliminarlo con un colpo di tosse,  o con un conato di vomito. Se invece il bambino non parla, contiuna a tossire, fa fatica a respirare, occorre chiamare il 118 e praticare subito la manovra di Heimlich, che vedete descritta qui. La manovra è diversa in caso di neonato o bambino piccolo, oppure di bambino un po’ più grande.

Se il bambino invece ha infilato per gioco un corpo estraneo nel naso o nelle orecchie, e ve ne accorgete, come spesso capita, dopo qualche giorno, inutile cercare di rimuoverlo, perché si potrebbe peggiorare la situazione. Bisogna contattare immediatamente un medico.

Se il bambino ha ingerito sostanze tossiche, bisogna chiamare immediatamente il centro antiveleni (CAV). Occorre essere precisi nel descrivere la sostanza ingerita, e se possibile, la quantità. Di propria iniziativa non bisogna fare niente, né dare latte da bere, né cercare di procurare il vomito: a seconda della sostanza ingerita, infatti, intervenendo in maniera errata si potrebbe anche aggravare la situazione; il centro antiveleni valuterà come procedere.

Se il bambino infine cade, desta sempre preoccupazione il fatto che picchi la testa. In genere una caduta da meno di un metro di altezza procura un trauma cranico lieve, che si può manifestare con un semplice mal di testa, mentre una caduta da un’altezza superiore può procurare un trauma cranico grave. I sintomi che devono destare preoccupazione, in caso di caduta e conseguente trauma cranico, sono: vomito, sonnolenza, stato confusionale, che è più difficile da valutare, se il bambino è molto piccolo. In questi casi, occorre recarsi immediatamente al pronto soccorso. In presenza di trauma cranico, di qualunque entità, è utile intervenire con un impacco di ghiaccio, e, in caso di ferite, tamponare con una garza sterile imbevuta di acqua ossigenata, o anche una pezza bagnata, se la garza non è disponibile.

Trovate in questo sito un elenco dettagliato di incidenti che può avere un bambino, e le indicazioni su come intervenire. Sarebbe utile, secondo me, se tutti sapessero come rianimare un bambino o un adulto che ha perso conoscenza. In questi casi occorre chiamare immediatamente i soccorsi, naturalmente, ma spesso solo un intervento immediato è decisivo per salvare la vita di qualcuno che sta male, non respira e ha perso i sensi.

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