La mononucleosi in gravidanza non comporta rischi per il bambino, tuttavia è meglio cercare di non prenderla, essendo un’infezione, e visto che aumenta il fisiologico senso di stanchezza che già grava sulla mamma soprattutto nei primi mesi.

La mononucleosi è detta anche “malattia del bacio”, con un nome quasi romantico, ma di romantico non ha nulla, essendo un’infezione causata dal virus di Epstein-Barr, che si manifesta con il caratteristico ingrossamento dei linfonodi, specialmente di quelli del collo, stanchezza, dolori addominali, febbre.

È molto diffusa nella popolazione mondiale: si stima che il 90% degli essere umani sia portatore sano di questo virus, che interessa particolarmente la fascia 15-35 anni, con un picco fra gli adolescenti.

Abbiamo già visto che la mononucleosi non è una malattia rischiosa se presa in gravidanza: tuttavia è sempre meglio evitare di prenderla, perché comporta una forte stanchezza e lascia strascichi lunghi, tant’è vero che, per esempio, dopo la mononucleosi prima di riprendere l’attività fisica è meglio far passare un paio di mesi.

Gli unici accorgimenti per cercare di non prenderla sono di carattere preventivo:

  • Fare molta attenzione all’igiene personale: lavarsi bene le mani prima di mangiare, una cosa utile anche per quanto riguarda la prevenzione della toxoplasmosi.
  • Non stare troppo vicini a persone raffreddate e/o influenzate, visto che la mononucleosi in fase di incubazione è del tutto simile a un raffreddore. Questo vale anche per evitare di contrarre il Cytomegalovirus, che invece in gravidanza comporta dei rischi.
  • Non mangiare con le posate di altre persone, e non bere da bicchieri già usati (i vecchi consigli delle mamme non passano mai di moda…).

Se contraete la mononucleosi proprio in un periodo in cui stavate cercando una gravidanza, è meglio che aspettiate 6-7 mesi per provarci di nuovo: infatti esiste un tipo di mononucleosi provocato da Cytomegalovirus in forma congenita che può peggiorare la gravità di questa infezione, arrivando a provocare danni al feto. Ma parliamo di casi estremi, che non devono destare allarmismi inutili, e per togliervi ogni dubbio rivolgetevi sempre a un medico.

In ogni caso, prima di mettervi all’opera per cercare un bambino, fatevi anche il monotest fra gli esami preliminari per la gravidanza, fra cui compaiono anche quello per la ricerca di Toxoplasma, Cytomegalovirus e anticorpi della Rosolia.

 

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