I  bambini hanno bisogno di essere “visti” e “approvati” per quel che sono. Qualche riflessione sullo stile educativo che si basa sull’imposizione delle regole, su premi e punizioni.

Durante una delle mie letture di lavoro mi è capitato di incontrare una frase, forse provocatoria, ma che mi ha molto colpito. E’ un pensiero di un pedagogista di nome A. Neill, e recita così: “Non esistono bambini difficili, ma solo cattivi genitori e cattivi maestri”.

Io so che genitori e maestri, nella maggior parte dei casi, lavorano cerando di fare del proprio meglio, e solo in alcuni casi agiscono contro l’interesse del bambino.

Spesso fondamenti educativi “sbagliati” nascono da chiavi di lettura sbagliate, dalla propria storia personale, dalla cultura cui si appartiene, da ferite del proprio presente o del proprio passato che portano a comportarsi in un determinato modo.

Pertanto, relativamente alla frase citata in apertura, direi che esistono genitori e maestri con progetti educativi sbagliati.

Con questa rettifica mi viene in mente un piccolo suggerimento che sono solita dare nelle consulenze ai genitori o agli insegnanti: non dite mai al bambino che è sciocco, stupido, o monello (questo esprime un giudizio sulla persona) ma semmai che fa cose sciocche o monelle (questo è un giudizio sul comportamento,  ed il comportamento è modificabile).

Penso che la stessa cosa valga anche per noi. Adulti ed insegnanti fanno talvolta cose sciocche o sbagliate. Poco male, purché se ne diventi consapevoli.

I bambini hanno bisogno di sentirsi approvati

Inquadrarli in schemi di comportamento lontani dalla loro spontaneità è qualcosa che li rende insicuri nel presente, sofferenti nel domani.

Se è vero che il valore della spontaneità è un concetto che ormai sentiamo spesso ripetere (ricordiamo, uno fra tanti, l’esempio Montessoriano), dimentichiamo il suo fondamento ideologico di base: la fiducia nell’autoregolazione.

La fiducia è un pensiero che orienta la nostra vita e crea felicità

Possiamo agire diffidando di tutto e di tutti, oppure credere che i bambini, lasciati liberi di esprimersi, finiscano con l’avere la capacità di autoregolarsi. Il punto è che questo è un cerchio che si perpetua per tutta la vita.

Alcuni osserveranno che ci sono adulti capaci di odiare, distruggere, agire per egoismo e contro l’altro. E’ vero.
Ma io non ho mai visto adulti felici agire in questo modo.

La felicità è il segreto della vita: non una felicità rumorosa, fatta di cose possedute o traguardi materiali. La felicità è un seme che germina in quella parola che ho scritto sopra: APPROVAZIONE.

I bambini che crescono sentendosi approvati per quello che sono, non per quello che sanno fare, diventano adulti felici. Adulti capaci di farsi scivolare addosso le preoccupazioni sterili e di orientarsi tra le difficoltà della vita in base ai propri carismi e alle proprie risorse.

I bambini approvati e sicuri di meritare amore porteranno questa convinzione dentro di loro, e non avranno bisogno di primeggiare, danneggiare gli altri, cercare più di quello di cui hanno bisogno.

Tutto il peggio della nostra società nasce da un bisogno frustrato, da una mancanza che si perpetua durante la crescita.

I bambini puniti e bloccati nella loro spontaneità sono bambini arrabbiati: la punizione ed il rimprovero, anche se non sembra, spaventano i bambini, e dentro di loro li spingono a pensare di non essere meritevoli e di mettere a rischio l’amore degli adulti per loro. Quindi si comporteranno di conseguenza, con tutte le sfumature del caso.

Cominciamo a riflettere su noi stessi

Quando ho iniziato a lavorare nelle classi ho provato anch’io il fastidio di non essere ascoltata e obbedita: la “ribellione” dei ragazzi minava la mia piccola autostima, mi faceva perdere il mio piccolo trono di onnipotenza. Questo era frustrante, ma ho capito presto che la mia necessità di controllo non portava di certo a risultati positivi per il mio progetto lavorativo o per la loro crescita.

Perché un bambino dovrebbe ascoltare un adulto che non vuole che si sporchi la casa, o i vestiti, o che ci sia chiasso in un aula? Quante volte i bambini vengono rimproverati per non essere capaci di corrispondere ai NOSTRI criteri di ordine?

Un adulto capace di lavorare sulla fiducia e sull’interesse spontaneo di ogni bambino genera classi ordinate, ricche di creatività, e bambini felici. Questo non è un mio pensiero, e non è nemmeno un pensiero innovativo: lo hanno detto voci autorevoli della storia della pedagogia sin dai primi anni del 900.

Da allora, generazioni di adulti di oggi sono state cresciute tra premi e punizioni, nella poca fiducia, senza curare il proprio interesse per la vita, diventando così educatori uguali a chi ha tolto loro queste possibilità.

Cambiare orientamento educativo è difficile, ma possibile.
Equivale a compiere un percorso terapeutico che risani le nostre antiche ferite e ci restituisca una vita adulta più felice.

Ma, come si dice, prevenire è meglio che curare. Oggi esistono gli strumenti per parlarne e per far circolare le idee.

Mi piace credere che lentamente questo modo di guardare all’infanzia prenderà piede, e gli adulti saranno capaci di mettersi davvero nei panni di un bambino.

I bambini verranno presto visti come uguali agli adulti, con gli stessi bisogni, gli stessi diritti, la stessa dignità.
Non come soldatini da inquadrare in schemi di comportamento che sembrano indirizzare ad una società “ordinata”, che tuttavia in tanti anni troppo ordine non ha mai prodotto.