Leonardo e Niccolò hanno rispettivamente sei e dieci anni ma sono già al centro di un giallo che coinvolge due nazioni europee: l’Italia e la Germania.

La mamma dei due bambini, una donna italiana di 47 anni, Marinella Colombo, li ha portati via dalla Germania, dove vivevano, senza l’accordo del papà o il permesso del giudice di nazionalità tedesca. Così, quasi un anno dopo, il Tribunale dei Minori di Milano ha emanato la sua sentenza: i bambini tornano in Germania con il padre.

Ed è da questo momento che la battaglia tra mamma e papà raggiunge l’apice: la mamma accusa i servizi sociali tedeschi, mentre il padre, ha la legge tedesca dalla sua parte. E ai due piccoli chi ci pensa? Non vedono la loro mamma da venerdì, giorno in cui sono stati prelvati dalla scuola che frequentavano dai carabinieri. Da quel giorno la madre non ha più notizie né dei bambini né del marito.

Inoltre la donna è “inseguita” da un mandato di cattura dei giudici tedeschi per aver portato via i bambini, dopo aver divorziato dal marito nel 2006, senza autorizzazione da parte del Tribunale tedesco. Lei si difende dicendo che la multinazionale per cui lavorava aveva disposto il trasferimento a Milano nel mese di luglio, quando ancora i giudici non si erano pronunciati. Quando a settembre i giudici tedeschi hanno dato parere negativo, quindi, non ha avuto modo di difendersi e per paura di perdere i suoi figli, li ha nascosti per tre mesi.

La storia di Marinella e dei suoi bambini è solo una delle tante che sono al vaglio del Parlamento Europeo: lo stato tedesco dello Jugendamt (nato nel 1939), infatti, impedisce che bambini nati in Germania da un genitore tedesco e uno straniero, lascino il Paese, esercitando un potere intrusivo che travalica i doveri di tutela nei confronti dei minori.