Uno studio americano condotto da Alexander Penn dell’Università della California a San Diego ha messo a confronto l’effetto del latte artificiale e di quello materno, dopo essere stati digeriti da enzimi pancreatici, su colture di cellule umane intestinali, epiteliali e linfociti.

Il latte artificiale, a differenza di quello materno, ha provocato una morte diffusa tra queste cellule, in particolare tra i linfociti. Questo potrebbe spiegare perché l’enterocolite necrotizzante, che è una delle malattie più gravi dei neonati prematuri, è molto più diffusa tra i piccoli alimentati con latte artificiale.

Il latte materno, contrariamente a quello artificiale, rilascia meno acidi grassi liberi e non danneggia le membrane cellulari dell’intestino, che nei bambini prematuri è molto più permeabile, delicato e sensibile all’attacco di fattori aggressivi.

Quindi, come già avviene negli ospedali italiani, l’allattamento al seno va sempre incoraggiato tra le mamme dei bambini prematuri. Che fino a 32 settimane non hanno il riflesso di suzione, e perciò vanno nutriti con un sondino gastrico. Utilizzando, se possibile, il latte che la mamma stessa si tira, oppure latte proveniente da una banca di latte materno.

Livia

Fonti:

Il Venerdì

www.agrigentoflash.it