Quel giorno in cui il postino le recapitò un grosso pacco, un pacco che lei non rricordava di aver mai ordinato, la vita di Berta Bartolotti inaspettatamente e improvvisamente cambiò. In un modo che mai avrebbe immaginato, perché il pacco conteneva la “cosa” che più di ogni altra al mondo è in grado di cambiare per sempre la vita di una persona (in particolare di una donna): un bambino!

Sì, perché nel futuro immaginato da Christine Nöstlinger autrice del libro da cui è tratto il monologo, i bambini vengono prodotti in una fabbrica, ordinati online e recapitati a casa ermeticamente conservati all’interno di un barattolo, sottovuoto, appunto.

E anche se sono un po’ spiegazzati  per essere rimasti a lungo ripiegati in uno spazio così angusto, basta poi fornire loro l’apposito medicinale contenuto all’interno del kit per vederli  riassumere le sembianze di un bel bambino, in questo caso un bambino di 7 anni di nome Marius.

Marius è stato prodotto secondo le direttive di chi l’ha ordinato: è tranquillo, obbediente, e soprattutto beneducato (fin troppo). Non fa storie per fare la nanna, non mangia le caramelle, non dice le parolacce, è bravissimo a scuola…

Betta Bartolotti e il suo fidanzato, il metodico e abitudinario farmacista Giuseppe, diventano così i genitori di Marius, e e la compagna di scuola Kitty la sua “fidanzata”.

Ma un giorno, la ditta costruttrice rivuole il prezioso “prodotto” per riavviarlo alla destinazione prevista, e per Betta Kitty e il farmacista, comincia la battaglia per trasformare Marius in un bambino diversissimo dal bimbo perfetto quale è: in questo modo chi l’ha ordinato di certo non lo vorra più! Ed è così che le armi dell’intelligenza, dell’amicizia, la fiducia nella possibilità di cambiare,  si rivelano più forti delle implacabili leggi del mercato e del profitto.

La scrittrice austriaca Christine Nöstlinger, tra le più note autrici di letteratura per l’infanzia (vincitrice del prestigioso Premio Internazionale Hans C. Andersen), scrive una favola ipermoderna immaginando un futuro in cui una potente ed efficiente multinazionale produce per soddisfare le richieste di genitori/acquirenti esigenti e frettolosi, con poco tempo da perdere per la procreazione, l’accudimento e l’educazione dei figli.

Cristina Crippa ha trasformato il romanzo in un monologo teatrale dove la vicenda è narrata dal punto di vista della signora B.B. Un monologo serrato e avvincente, a volte commovente e spietato. Sicuramente uno spettacolo che fa riflettere. Assolutamente consigliato a tutti i genitori e a quanti, come me, stanno per diventarlo! Potrete vederlo al Teatro Elfo Puccini fino al 17 Marzo:

Sala Bausch | 5 > 17 marzo
martedì, venerdì e sabato, ore 19.30 – domenica 17.00

Il bambino sottovuoto
di Christine Nöstlinger traduzione di Clara Beccagli Calamai
adattamento di Cristina Crippa
regia Elio De Capitani
con Cristina Crippa
disegno del fondale di Ferdinando Bruni
luci Rocco Colaianna
copyright Verlag für kindertheater, Adriano Salani Editore nella collana Gl’Istrici
produzione Teatro dell’Elfo

Per maggiori informazioni, visitate il sito: http://www.elfo.org/stagioni/20112012/ilbambinosottovuoto.html