La costruzione dell’identità è uno dei passi più difficili per lo sviluppo dei bambini, perché non possiamo “fare” le cose al posto loro. Piuttosto, è possibile creare un ambiente che permetta alla loro identità di evolvere naturalmente.

L’ambiente in cui viviamo ed in cui oggi crescono nostri figli supporta l’emergere della cultura della tecnologia, che tende a deformare e distorcere le percezioni di una personalità in via di sviluppo.

Mentre noi adulti ci siamo avvicinati a questo mondo dopo aver già sperimentato altri modelli (più reali, più concreti), per i ragazzi di oggi la tecnologia compare sin dai primi mesi di vita e diventa per loro familiare e talvolta anche sostitutiva d’altro.

In tv, ad esempio, tutto sembra facile, desiderabile, a portata di mano. Noi genitori possiamo aiutare i nostri figli a comprendere meglio i messaggi dei media: offrendo prospettive differenti, evitando che loro rimangano fermi su messaggi che non condividiamo.

Frequentemente, i media mostrano ai ragazzi che è importante dare valore al loro aspetto o quello che possiedono. Creano appartenenza, fanno “gruppo” non sulla base di relazioni ed incontri, ma sulla base di web-social-network.

Come adulti, non possiamo venir meno ad un nuovo ed arduo compito che ci aspetta, quello di educarci ed educarli anche all’uso della tecnologia.

Come educatori, dovremmo essere in grado di dire loro quanto importanti sono le capacità, l’unicità, i loro risultati scolastici, sportivi, o artistici, le loro relazioni con la famiglia e gli amici, le loro passioni e interessi, e tutto ciò in cui credono e che sentono.

E sul Sentire, vorrei spendere qualche parola in più: il rischio più grande che si corre davanti all’uso dei media, oggi, è proprio la desensibilizzazione. Attraverso internet e la tv passano ormai tanti contenuti “buoni”, educativi e validi, ma è importante che non si perda mai di vista il focus sulla propria percezione.

Ed intendo proprio pelle, occhi, naso, olfatto, udito. I sensi, tra realtà virtuale e non, perdono un po’ il contatto con il vero, perdono efficienza, ed è invece oggi sempre più importante centrare il percorso educativo sulla consapevolezza percettiva ed emotiva.

La raccomandazione ovvia è quella di monitorare e limitare l’uso che i vostri figli fanno della tecnologia, (tv, social network, siti) , ma dobbiamo anche essere realisti: come nativi digitali, i nostri bambini sono immersi in questo mondo.

Quello che possiamo, tuttavia, è insegnare loro competenze “pratiche”, il pensiero critico, la pianificazione a lungo termine, che saranno un’ulteriore protezione contro i messaggi ingannevoli.

Si possono aiutare i nostri figli a diventare sensibili ai messaggi dei media, di modo che loro riconoscano i messaggi per quello che sono e sappiano vederli con un sano scetticismo.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: firmenabc.a