In Canada Olivia Patten, figlia della provetta quasi trentenne, da più di 20 anni si batte perché le venga comunicato chi è il suo padre biologico. Ha portato la questione in tribunale e dalla sua battaglia è venuta fuori una proposta di legge: Olivia chiede infatti che i figli della provetta abbiano gli stessi diritti dei figli adottivi, che, in Canada, hanno il diritto di sapere chi sono i loro genitori biologici. Anche in Francia è prossima una legge per abolire l’anonimato dei donatori. Mentre in Australia, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna, Olanda, Germania e Svizzera i figli della provetta hanno già la possibilità di sapere chi sono i loro genitori biologici.

Anche la questione del tetto massimo di donazioni e della scelta del donatore è gestita in maniera diversa nei vari paesi dove la fecondazione eterologa è consentita: ogni paese ha infatti una normativa diversa riguardo alla possibilità di donare. La Francia per esempio impone un tetto massimo di 10 donazioni e un limite di età di 45 anni, la Spagna pone il limite dopo 6 figli concepiti o dopo i 35 anni di età, in Danimarca il limite è di 45 anni, oppure 25 donazioni, oppure 10 figli nati, in Olanda il limite è di 25 donazioni.

In genere in ogni paese si tende a fermare i donatori seriali, compulsivi. Si tratta di persone che in certi casi non lo fanno neanche per il denaro, poiché in paesi come la Francia la donazione è gratuita. Ci sono tuttavia casi come quello di Ed Houben, olandese di 41 anni, che, una volta raggiunto il tetto massimo di donazioni, è andato avanti con il fai da te, gratis, senza l’anonimato.

Forse è giusto dare ai figli concepiti in provetta la possibilità di sapere chi sono i loro genitori biologici: se non altro perché possano evitare di incontrarli casualmente, intrecciando poi in maniera inconsapevole una relazione con loro. La questione è molto delicata; mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi.

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Fonte: www.corriere.it