Il 6 gennaio è l’Epifania, la festa che tutte le feste si porta via. I nostri bimbi troveranno le calze della Befana piene di dolci e sorpresine, ma il 6 non si fa festa per la Befana. L’Epifania è ben altro, è il giorno che ricorda l’omaggio di re lontani, i Re Magi a Gesù Bambino, il nuovo re. È il giorno in cui chi ha fatto il presepe fa arrivare i Re Magi davanti alla capanna.

E mentre anche noi, con i nostri bimbi, spostiamo le statuine del presepe, potremmo raccontare loro la storia dei Re Magi e della stella cometa. Ecco come.

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Il racconto dei Re Magi per i bambini

Anche in questo caso così come per la storia della nascita di Gesù, potremmo semplicemente leggere il brano del Vangelo che ne parla (Mt 2,1-12 ), ma il brano è scarno e per trasformare la storia dei Re Magi in qualcosa di più coinvolgente e adatto ai bambini, potremmo prendere spunto da ciò che scrive Matteo e aggiungere dei particolari.

I Re Magi, Gasparre, Melchiorre e Baldassarre, abitavano in terre lontane e oltre a essere re, erano anche studiosi delle stelle. Guardando il cielo si accorsero di una stella diversa, una stella cometa che sembrava indicare loro qualcosa. Cominciarono a studiare e a interpretare le stelle e capirono che la cometa stava indicando il luogo dove sarebbe nato un bimbo importante. I Magi avevano capito che quel bimbo sarebbe stato re e quindi, come si fa per ogni re, decisero di mettersi in cammino per andare rendergli omaggio.

re magi stella cometa

Presero i doni più preziosi per un re: uno scrigno pieno d’oro, uno di incenso, e uno colmo di mirra. Presero anche i loro strumenti per guardare il cielo, si sistemarono sui loro cavalli e cammelli e partirono. Il viaggio era lungo, ma in cielo continuavano a vedere la stella. Sapevano che il futuro re doveva nascere vicino a Gerusalemme, ma ancora non capivano dove.

Quando, dopo parecchi giorni di viaggio, arrivarono a Gerusalemme, andarono subito da Erode, che era colui che governava la città. Raccontarono a Erode del perchè avessero affrontato un viaggio così lungo. «Siamo venuti ad adorare il Re dei Giudei, dissero, dov’è?»

Erode non ne sapeva nulla e si turbò non poco. Aveva paura che quel Re di cui parlavano i Re Magi avrebbe potuto togliergli potere e ricchezze. Si informò e capì che a Betlemme era nato un bambino che alcuni profeti avevano indicato come il Re dei Giudei. Raccontò il tutto ai Re Magi e si fece promettere, al ritorno, di raccontargli tutto riguardo al bambino. «Anche io voglio andare ad adorarlo, disse ai Re Magi».

In realtà Erode, uomo cattivo, non aveva nessuna intenzione di adorare Gesù Bambino, ma di eliminarlo. I Re Magi, ignari delle intenzioni di Erode, si rimisero in cammino verso Betlemme. La stella che avevano visto nelle loro terre lontane, ora era forte e luminosa e là, tra i campi di Betlemme, si vedeva un punto luminosissimo. Era la stalla in cui si trovava Gesù Bambino.

I Re Magi arrivarono e lo trovarono che dormiva beato nella mangiatoia, insieme a Maria e Giuseppe, al bue e l’asinello e a tutta una serie di pastori che continuava ad arrivare e a portare doni. Si inginocchiarono davanti a quel bimbo, gli lasciarono i loro doni. Lo ammirarono e si trovarono un rifugio per riposare e per riprendere il viaggio di ritorno.

Durante la notte un angelo venne a trovarli in sogno e disse loro di non tornare da Erode e riferire dove fosse e chi fosse il Re dei Giudei. Gasparre, Melchiorre e Baldassarre, quindi, ripresero il loro cammino senza pensare a Erode, ma felici di aver incontrato Gesù Bambino.

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