Il mio vicino di casa è un signore di mezza età dalle gambe storte, la testa pelata (ma con lunghe basette) e un debole per i sandali chiusi indossati con calzini di spugna bianchi. Non si premura di nascondere un pessimo carattere, ha la voce gracchiante ed è pieno di donne. Pie-no!

I primi tempi salutavo con incredulità ed entusiasmo le sue tante amanti, poi mi sono accorta che la cordialità stonava con la precarietà sentimentale del Nostro, così ho smesso. Il fatto di aver talvolta confuso nomi e volti mi ha infine convinto a limitare i rapporti con le sue tante donne a dei sobri grugniti di reciproco riconoscimento.

Peccato però, perché mi sarebbe piaciuto chiedere loro cosa ci trovassero in un uomo così.

Sesso tellurico sveglia-condominio

Io, in realtà, la risposta la sapevo. La risposta era negli ululati notturni, nelle grida in crescendo, nel sesso tellurico che svegliava il condominio dal piano terra in su. Una focosità che diventa fastidiosa in estate, quando si dorme con le finestre aperte e i rumori del palazzo vengono amplificati.

E così, la notte scorsa è successo: all’ennesimo urlo straziante – roba che quasi quasi la prossima volta fermo il vicino e gli chiedo di farmi fare un giro – i figli si sono svegliati.

“Ancora!” ha sbuffato la grande.

“Quella bionda è più discreta” ha chiosato la media.

“Cosa sta succedendo?” ha domandato il piccolo.

Adesso ero in difficoltà: come avrei spiegato al cinquenne quello che stava succedendo?

Mentre speravo che dimenticasse la questione e si riaddormentasse, mi sono chiesta cosa mio figlio sapesse dei fatti della vita.

I libri degli “abbracci speciali”

Quando le ragazze erano piccole mi ero premurata di mostrare loro assorbenti e libri pieni di coppie intente a darsi “un abbraccio speciale”, ma per il maschietto non avevo mai fatto nulla di simile. Il mio cinquenne, portatore sano di pene, di fatto non aveva ancora avuto il minimo accenno di educazione sessuale. Perché?

Per ignavia, credo. Per superficialità. Per stanchezza. Perché me ne ero dimenticata. Perché avevo sperato che avrebbe imparato per osmosi attraverso le conoscenze delle sorelle maggiori.

Ma non era successo, e ora che avevo preso coscienza della cosa avrei dovuto riprendere in mano i libriccini degli abbracci speciali per spiegare tutto dall’inizio. Quando si hanno tanti figli è un eterno ricominciare e può accadere che qualcosa di fondamentale venga lasciato indietro.

Educazione sessuale? Che fatica!

“Mamma, allora? Perché la signora sta urlando?”. Che noia! Ma perché spiegare tutto dall’inizio? Ero anche così stanca. E se avessi spiegato tutto l’ambaradan partendo dalla fine?

“Non sta urlando, tesoro” Gli ho detto scomparendo tra le coperte “Sta partorendo”.