L’arrivo del piccino ha inevitabilmente cambiato i ritmi, ma questo è scontato. Difficile riuscire a rispettare un orario, portare a termine quanto si è programmato di fare, anche se si tratta di cose di poco conto.

Il suo ideale è stare in braccio, col seno a disposizione e le manine libere di abbracciare, stringere, accarezzare il seno mentre schiaccia pisolini brevissimi appoggiato sul mio petto. Per quanto mi faccia un  piacere ed una tenerezza infinita tenere il piccolo stretto a me, è evidente che non posso accontentarlo tutte le volte che lui vorrebbe.

Il problema è conciliare i suoi desideri e i  suoi bisogni, assolutamente prioritari, con la vita quotidiana.

Se si tratta di svolgere qualche piccola commissione all’esterno, è facile: adora uscire. Una volta imbacuccato a dovere è pronto a seguirmi. L’unica difficoltà sta nel vestirlo, ma ho trovato un espediente per minimizzare il fastidio: predispongo già la tutina con il pile dentro e la sciarpa all’altezza del collo, in modo da mettergli tre capi d’abbigliamento in un colpo solo.

L’allattamento assorbe moltissimo tempo, almeno un’ora a poppata. Allatto a richiesta, e solitamente la sua richiesta arriva puntuale quando è pronto da mangiare o quando pensavo di fare dell’altro. Mi sono ingegnata e ho sperimentato qualche tecnica di allattamento. Alcune volte lo sorreggo attraverso il marsupio così da avere le mani quasi libere. In questi giorni di festa, che è capitato di stare in compagnia e giocare a qualche gioco da tavolo mi sono inventata “l’allattamento da tavolo”: appoggio il bimbo sul tavolo e lo allatto, in questo modo l’ho stretto a me senza sentire il suo peso e nel frattempo sono riuscita anche a giocare.

Devo dire però che crescendo ha iniziato a dilatare i tempi tra una poppata e l’altra, e questo mi ha consentito di uscire un paio di volte da sola… mi è sembrato così strano!! è da quando l’ho concepito che non mi separavo da lui!!