La depressione perinatale è un problema che molte donne, con livelli diversi di incidenza conoscono bene. In Italia, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (OnDA) ha registrato che circa il 16% delle donne si ammala e soffre di depressione durante la gravidanza o nel post partum.

Per questo è importante che i medici e tutti gli operatori sanitari che sono a stretto contatto con le donne durante e dopo la gravidanza siano in grado di individuare, riconoscere la depressione ma soprattutto siano in grado di offrire un supporto adeguato in un momento così delicato della vita della neomamma.

La Regione Lombardia ha finanziato un progetto biennale “Depressione in gravidanza e post partum: modello organizzativo in ambito clinico, assistenziale e riabilitativo” che ha coinvolto e coinvolge l’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, OnDA, e l’Associazione Progetto Itaca.

In questo momento l’iniziativa regionale, sulla base dei dati raccolti attraverso la ricerca sta supportando le madri che soffrono di depressione attraverso un’assistenza domiciliare integrata, e i papà mediante la creazione di gruppi di sostegno.

“In questi 10 anni abbiamo affrontato con grande successo il tema del riconoscimento dei fattori di rischio e dei fattori protettivi nel periodo perinatale. Mancava però una parte importante: andare dalle donne, avvicinarle alla possibilità di avere riconoscimento e cura della propria sofferenza. Solo unendo queste due parti è possibile individuare le aree di maggiore sofferenza, di solitudine, di isolamento, nel quale alcune donne, nel periodo post partum, sono costrette.

Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Salute mentale e Neuroscienze dell’A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico e coordinatore scientifico del progetto.

Molte donne coinvolte nel progetto sono straniere e la loro condizione depressiva, spesso è aggravata dalla difficoltà culturale e linguistica. Per questo l’assistenza a domicilio è molto importante. Crea un clima di interazione e di comunicazione che permette a tutti, mamme e papà, di avvicinarsi alle cure. Perchè la depressione perinatale è un problema di famiglia!

 

I dati della ricerca

Lo studio ha coinvolto un campione di 502 donne e 500 uomini con un’età compresa, fra i 25 e i 55 anni, al fine di comprenderne le percezioni e i vissuti relativi a questa malattia.

La ricerca ha evidenziato che il problema della depressione colpisce 1 genitore lombardo su 3. Perchè tra gli intervistati uno su tre afferma di aver sofferto o che la propria partner ha sofferto di depressione post-partum, soprattutto in occasione del primo figlio.

La nascita di un figlio, il cambiamento di vita e le nuove responsabilità, gli squilibri ormonali, il senso di inadeguatezza. Questi i principali fattori di rischio che le donne intervistate individuano come responsabili della depressione. Ma tutti gli intervistati, siano essi uomini o donne dimostrano una scarsa preparazione sull’argomento, se si pensa che le fonti informative più accreditate sono l’esperienza diretta o indiretta e il “sentito dire”.

E’ interessante sottolineare il diverso approccio degli uomini. Quelli senza esperienza personale di depressione perinatale affermano che si sentirebbero coinvolti in prima persona nell’affrontarla, ritenendola quasi un problema “di coppia” (72%) ma in realtà, solo il 50% di coloro che l’hanno sperimentata si è  sentito veramente partecipe e in grado di supportare la propria compagna.

Il 53% delle donne che hanno sofferto di depressione non ne ha parlato con il proprio medico. Tra chi invece non ne ha mai avuto esperienza, solo 1 donna su 4 e 1 uomo su 10 si reputano in grado di riconoscere il disturbo. Le donne che hanno ricevuto una diagnosi di depressione post-partum si sono rivolte principalmente al medico di famiglia (43%), in misura minore allo psicologo (22%) o al ginecologo (19%).