Il sostegno alla genitorialità è spesso inteso, in senso fuorviante, come quell’intervento destinato a famiglie problematiche, o in casi di separazione e divorzio, come intervento protettivo a farantire il benessere soprattutto dei minori. In realtà tale definizione è riduttiva, dal momento che è destinato (e sempre più richiesto) anche in casi in cui le condizioni familiari sono sane e non critiche.

Lo scopo di questo tipo di intervento, che può essere promosso in contesti pubblici (ASL, consultori, scuole, centri per famiglie) o anche privati (liberi professionisti, associazioni, etc.), è quello di mettere in evidenza le risorse della famiglia, nonché dei membri che la compongono, al fine di sostenere (come dice la parola stessa) il gruppo familiare nell’attraversamento di un periodo critico della propria storia.

Con critico intendiamo, ovviamente, non soltanto sofferente, ma rilevante e ricco di opportunità che potrebbero trasformarsi in rischi di varia entità se non adeguatamente riconosciute.

Ogni trasformazione non è facile: richiede tempo, lavoro personale, capacità di adattamento. E’ proprio per questo che i momenti che abbiamo appena definito critici sono anche quelli in cui, per usare un’espressione gergale, i nodi vengono al pettine, e ciò che si era adattato ad un equilibrio precedente, affiora con la necessità di ridefinire la nuova situazione.

Un evento stressante, come quello delle trasformazioni (personali e familiari) tende a mettere in ombra le risorse che ciascun individuo possiede, e a cambiare gli esiti del processo.

Gli interventi in quest’ambito possono progettarsi o sotto forma di prevenzione o come sostegno vero e proprio alla famiglia in uno stato di necessità.

I casi di sostegno sono particolarmente indicati in situazioni di divorzio, o conflittuali, in cui è necessario ridefinire ruoli e relazioni in vista di un importante cambiamento, come è la separazione.

La terapia familiare è particolarmente indicata nei casi in cui le persone non riescono a cambiare in seguito al cambiamento della famiglia, che naturalmente procede nel corso dell’arco di vita. Il suo fine non è soltanto “conservativo”, al contrario, il terapeuta è proprio quello strumento che permette di evolvere verso nuove forme e definizioni di sé, inquadrando la situazione da un punto di vista che tenga conto di ogni elemento presente nel sistema.

Un intervento di sostegno alla famiglia, che sia preventivo o terapeutico, mira comunque a favorire una maggiore capacità espressiva e a promuovere l’autonomia delle persone rispetto alla gestione della propria vita.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

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