Le casalinghe sono lavoratrici non dipendenti: lo dice la legge e lo ha ribadito un giudice (donna, guardacaso) in relazione al caso di un papà che si è visto negare il congedo di paternità, chiesto per aiutare la moglie ad accudire la loro bambina, nata con un grave problema di salute, proprio perché la moglie è una casalinga. Ma il giudice per il lavoro non l’ha pensata nello stesso modo.

Il caso è questo: un dipendente amministrativo della questura di Venezia ha chiesto di poter sfruttare il congedo di paternità e i riposi giornalieri per aiutare sua moglie a curare la loro neonata, affetta da un grave handicap. Questa possibilità è prevista come aiuto alle famiglie nei primi anni di vita dei figli dal Testo Unico del 2001, ma il Ministero dell’Interno, da cui dipende la questura, ha però respinto la richiesta proprio perché la moglie è casalinga. Cioè non lavora.

Spinta dalla consigliera di parità della provincia di Venezia, che si è presa a cuore la vicenda, la famiglia ha fatto ricorso e il giudice del lavoro l’ha accolto emettendo la famosa sentenza che è rimbalzata sul web, visto che l’argomento interessa migliaia di persone.

La sentenza del 9 febbraio dunque è questa: la negazione del permesso da parte del Ministero dell’Interno è un atto «illegittimo» e «discriminatorio», lede i diritti del papà in questione di stare accanto a sua figlia e sua moglie in una fase delicata della loro vita. Il Ministero dell’Interno si è comportato diversamente da altre amministrazioni pubbliche e da datori di lavoro privati e deve dunque risarcire la famiglia con 9.750 euro.

La sentenza è molto importante, perché ribadisce un concetto sancito dalla legge, ma molto spesso dimenticato e sottovalutato da tutti: la casalinga, intesa come la donna che si occupa della casa e non dei figli, è una lavoratrice non dipendente, non può dunque chiedere permessi di lavoro per assistere i figli. Per questo la legge la tutela nel suo ruolo di madre, come stabilisce il Testo Unico 151/2001 a sostegno di maternità e paternità, dando la possiblità a un uomo di prendere il congedo di paternità se la moglie non ne usufruisce. Menomale che qualcuno lo ricorda, ogni tanto.