“Ma come fa a fare tutto?” è il titolo del film con Sarah Jessica Parker che l’anno scorso ha furoreggiato nelle sale cinematografiche, grazie alla sincerità con cui affronta un tema ben presente nella vita di noi mamme: come si fa a fare tutto?!

Lavorare, badare ai figli offrendo tempo di qualità, gestire una casa, trovare spazio per se stesse…Insomma, in una parola: conciliare.

Lo ammetto: mi viene l’orticaria solo a sentire questa parola, perché le difficoltà che si incontrano in Italia per coniugare le esigenze delle donne e quelle dei loro impegni sociali e famigliari a volte sono veramente troppe. Meglio sarebbe smettere di parlare di “donne” ed affrontare il discorso con onestà intellettuale. Siamo “famiglie”, composte da madri ma anche padri, nonché dai sempre più indispensabili nonni. Se da un lato i padri dovrebbero essere sempre più operativi, al pari delle compagne, dall’altro mi chiedo: è giusto fare così tanto affidamento sui nonni?

Possono anche loro manifestare stanchezza, desiderio di non occuparsi a tempo pieno dei nipoti, oppure la spinta delle necessità economiche dei figli risulta più forte del richiamo alla pensione? Non dimentichiamo poi che un giorno anche noi saremo nonne e, seguendo il trend generazionale, certamente non nonne giovani. Ce la faremo a fare tutto, anche da nonne?

Vivere in una grande città certamente non aiuta a trovare una soluzione, perchè manca la coesione sociale dei piccoli centri, la possibilità di conoscersi tra famiglie e darsi una mano nei momenti di difficoltà.

E’ proprio l’idea di base, secondo me semplice ma così intelligente, che Radiomamma, un portale per genitori di Milano, e il Comune di questa città stanno portando avanti con un progetto pilota in un quartiere milanese

Con un questionario rivolto alle famiglie cercano di capire quali strumenti le aiuterebbero a conciliare le varie esigenze. Per es. genitori che a turno si rendano disponibili a ritirare ricette mediche per più bambini, lo svolgimento di piccole commissioni come tintoria e spesa anche per altri, condivisione baby-sitter, deleghe per il ritiro dei figli al termine della scuola, gestione congiunta dell’influenza dei figli (un genitore che ne guarda due), preparare a turno la cena per due famiglie…

Come vedete, si tratta di piccole cose. Ma sono proprio le piccole cose che fanno la differenza tra una giornata convulsa e il tempo organizzato. Perché in fondo il vero problema è imparare a superare le diffidenze e chiedersi aiuto reciproco senza sentirsi a disagio.

E voi? Volete condividere qualche trucchetto di sopravvivenza con noi?

 

fonte foto: http://www.oldeconomy.org