Domenica 12 ottobre è stata la giornata delle Bandiere Arancioni, organizzata dal Touring Club Italiano per rivelare la bellezza di 100 borghi nostrani. Noi siamo andati alla scoperta di Clusone, in Val Brembana a Bergamo…
Sono bergamasca d’adozione. A Bergamo vivo da quasi sempre, benché le mie origini e quelle della mia famiglia siano nella Bassa più vicina al fiume Po (altri paesaggi, altri orizzonti, altri sapori…). Con questa città ho un rapporto affettuoso e costante, ma ancora fatico a capire certe sue chiusure e austerità.
A volte per capire, però, hai bisogno di partire dalla periferia e non dal centro, e questo capita anche con la città di Bergamo. Prendi ad esempio la Val Seriana (Bergamo ha un territorio provinciale molto grande, uno dei più ampi d’Italia), prendi un centro storico come Clusone (a circa 40 chilometri dal capoluogo), visitalo una domenica pomeriggio con una certa cura, attenta a osservare i particolari e disposta a ragionare sulla sua storia anche meno recente.
Un po’ di storia…
Clusone è un insediamento antico, pare che i romani sfruttassero le risorse minerarie della valle e che decidessero di insediarsi proprio su questo altipiano. Le montagne intorno sono verdi, in realtà sono prealpi orobiche, e l’altezza è di poco superiore agli 600 metri. La cittadina si sviluppa nei secoli successivi “in salita”, intorno a un centro amministrativo che ancora oggi mantiene la sua funzione (il Palazzo del Comune) dominato poco sopra da un luogo di culto, dove oggi sorge la Basilica di Santa Maria Assunta.
L’Orologio Planetario
La torre del palazzo comunale ospita un bellissimo esemplare di Orologio Planetario, in funzione dal 1583 ad opera di Pietro Fanzago. Si narra che fosse un fine matematico e che, appassionato di ingranaggi e meccanismi di precisione, avesse realizzato un uccellino a molla in grado di prendere il volo. A Clusone realizza questo orologio per rilevare con un unico indicatore le ore (in senso antiorario), i mesi, i giorni, la durata del giorno e della notte, i segni dello zodiaco, le fasi lunari e la durata della lunazione.
Gli ingranaggi dell’orologio non sono molti, il geniale meccanismo tutto sommato è meno impressionante di quello che credevo, visto lo scopo. Nella torre, che è concesso visitate al gruppo di turisti a cui mi sono unita, non c’è spazio per fantasie alla Hugo Cabret: qui non si sogna di automi semoventi in grado di rivelare segreti, ma si misura l’inesorabile scorrere del tempo e il perpetuo movimento di corpi celesti. Decido di non credere alla leggenda dell’uccellino meccanico svolazzante: Fanzago e la discendente stirpe erano persone serie, credo di capire che dessero ben altro peso al proprio lavoro e tempo!
L’Oratorio dei Disciplinati e gli affreschi della Morte
Il tempo che passa con i suoi effetti, nel mondo dei vivi e dei morti, sembra essere del resto un’idea fissa in questi luoghi. Basta infatti salire pochi gradini sopra al Palazzo del Comune per ritrovarsi davanti all’Oratorio dei Disciplinati, dove nel 1485 viene messa in scena una delle più famose rappresentazioni del Trionfo della Morte, completa di Danza Macabra. Sarà anche la giornata non proprio soleggiata, l’autunno e il tardo pomeriggio, ma davvero sembra che il monito di quello scheletro incoronato con tanto di falce in mano ancora faccia il suo effetto: usa bene il tuo tempo, altrimenti quando finisce (e di certo finisce) son guai! E basta guardare i dannati sotto per averne conferma. La visita continua all’interno dell’Oratorio e della Basilica, il cui lo stile barocco è tutto all’insegna degli scultori Fantoni di Rovetta.
Tornando a casa…
Tornando a casa in macchina, non mancano gli spunti di riflessione. Il territorio più vicino a me dopo quasi 40 anni è ancora capace di stupirmi: Clusone è un piccolo gioiello di arte e architettuta, ci ero passata vicina molte volte, ma non mi ero mai fermata per una visita.
Ora che l’ho scoperta penso che nella sua storia e nei suoi monumeti ci sia molto dello spirito di Bergamo, della sua bellezza, della sua dedizione al lavoro, del suo riserbo a lasciarsi andare a festeggiamenti e manifestazioni di gioia pubblica… Il valore del tempo qui è chiaro, va impiegato bene, nel lavoro, con la famiglia e anche nella preghiera. E in tutta questa serietà e concretezza io, alla fine, mi ci trovo anche bene 🙂