Il tuo bambino vuole stare sempre in braccio.

E oltre alla fatica fisica di questa situazione devi anche subire i giudizi e i condizionamenti (non richiesti) di chi ti dice “Te l’avevo detto…dovresti….”.

Una prassi consolidata è infatti quella di ritenere che tenendo in braccio il bambino/bambina questo si vizi.

Non c’è nulla di più falso. Vediamo insieme perché.

Bambino in braccio: calore umano

Il bambino ha bisogno di stare in braccio soprattutto nei primi mesi per una vera e propria legge biologica. Un bisogno fisico e fisiologico.

Alla nascita il neonato dipende totalmente dalla propria madre (o da chi se ne prende cura alimentarono). Non è abituato a vivere al di fuori della cavità uterina.

Stando in braccio, avverte calore e percepisce la protezione di un ambiente esterno che imparerà a conoscere nel suo primo anno di vita.

neonato in braccio

Pianto come linguaggio

Bisogna ricordarsi che il bambino ha un unico strumento in tutte queste fasi per farsi comprendere: il pianto.

Dunque, è bene cercare di avere pazienza e, pian piano, si riuscirà a capire il motivo per cui il proprio figlio e la propria figlia richiamano e reclamano attenzione.

Ciò è importante anche perché i bambini, fin da quando sono piccolissimi, percepiscono l’umore di chi si occupa di loro e possono reagire di conseguenza.

bambina in braccio

Alcuni consigli

Se il bambino ha bisogno di qualche carezza in più durante questa fase di transizione è bene non fargliela mancare. L’amore non fa male.

Attraverso alcuni studi, si è scoperto che i bambini cresciuti con più contatto, da adulti saranno maggiormente sicuri di sé poiché non bisognosi di cercare l’amore e il senso di sicurezza che non hanno ricevuto o percepito da piccoli.

Farsi aiutare

Il primo consiglio che diamo in particolare alle mamme (che sono le persone che di solito nei primi mesi si occupano del bambino/bambina) è quello di chiedere aiuto per potersi dedicare solo al piccolo. Un supporto nelle altre incombenze per poter avere tempo anche per sé.

Oggetti di transizione

Organizzate il distacco in maniera graduale: aiutandovi con un oggetto di transizione, come ad esempio un pupazzo. Lasciateglielo nella culla, oppure nel seggiolone.

Quando il bambino sarà attratto da qualcosa sarà più predisposto alla conoscenza del mondo circostante, distaccandosi anche lui gradualmente dalla mamma.

Mano a mano che crescerà il piccolino passerà infatti dalle vostre braccia, al tappeto ed infine sarà pronto per conquistare il mondo!

E forse rimpiangerete di non averlo più tra le vostre braccia….