Esiste un’età giusta per iniziare la scuola? È meglio il nido o la tata?

Il primo inserimento a scuola (nido o materna) rappresenta un momento importante per la vita non solo del bambino ma di tutta la sua famiglia. Ci sono tanti aspetti che influenzano questa decisione: alcuni dipendono da fattori oggettivi, come il lavoro, che obbliga ad affidare i figli nelle ore d’ufficio; altri sono più personali, come il legittimo bisogno di uno spazio di qualche ora in cui “prendere una pausa” dalle fatiche della genitorialità.

Il modo che abbiamo di vivere le cose dipende moltissimo dal nostro modo di percepirle: ecco perché non è facile rispondere a questi quesiti senza considerare il percorso personale e unico del bambino e della famiglia. Anche la realtà non è mai solo bianca o solo nera: ci sono inserimenti difficilissimi, e bambini che sembrano crescere tantissimo quando non sono con la mamma. Non esiste una regola generale che dica se è meglio affrontare il distacco dall’ambiente familiare o al contrario postergarlo.

Asilo nido: vantaggi e svantaggi

Frequentare un ambiente scolastico è un passo grandissimo per un bambino, che va da un ambiente piccolo e familiare, come quello domestico, ad uno ampio e pubblico, come quello della scuola. Ecco perché è importante che venga affrontato con gradualità e senza traumi.

Per i genitori, provare un sentimento ambivalente è del tutto normale: da un lato si è felici per la crescita dei propri figli, dall’altro si è preoccupati per la perdita dell’esclusività (se vogliamo anche del controllo) sulle loro piccole azioni quotidiane (gioco, nanna, pappa, etc).

Non tutti i bambini si iscrivono a scuola alla stessa età (alcuni cominciano al nido, altri alla materna) né allo stesso livello di sviluppo (che come sappiamo è una questione soggettiva, e non solo legata all’età).

Il fatto di essere primogeniti o di avere fratelli maggiori può fare la differenza: è solitamente di conforto per i più piccoli avere un fratello che frequenta la stessa scuola, e si inseriscono più facilmente in un gruppo di pari quando sono abituati a simili interazioni in famiglia.

Aspetti positivi…

Sappiamo che frequentare un ambiente scolastico (con un gruppo di coetanei e diversi adulti di riferimento) espone il bambino ad un’esperienza verbale e sociale di gran lunga più stimolante di quella di un ambiente domestico.

Questo significa che un bimbo che frequenterà una scuola (pubblica o privata) avrà maggiori probabilità di sviluppare un bagaglio lessicale e competenze socio-relazionali più ricchi.

… e possibili “effetti collaterali”

Ma non sempre frequentare la scuola significa essere bambini sereni e felici, soprattutto all’inizio, quando questo mondo è ancora nuovo e sconosciuto. Ci sono bambini che vivono con molto stress il periodo dell’inserimento, stress che si protrae per molto tempo, o che compare anche nel corso dell’anno scolastico.

Alcuni piccoli disturbi del sonno, dell’alimentazione o del comportamento possono rivelarsi assolutamente normali, come reazione alla novità, soprattutto in presenza di ansia da parte di uno o entrambi i genitori, e quando non si costruisce un rapporto solido con almeno una delle insegnanti di riferimento.

Tata e baby sitter: vantaggi e svantaggi

Rivolgersi ad una tata, se da un lato diminuisce l’ampiezza delle relazioni, si diversifica per la qualità: i bambini a casa godono di una relazione esclusiva che per loro potrebbe significare maggiore riconoscimento e un clima più “contenitivo”.

Se con la tata si instaura una relazione valida, questo può rappresentare una base sicura da cui partire prima di compiere la separazione da tutto ciò che per loro significa “casa”; viceversa, il bambino si limiterà ad essere accudito, ma non a progredire nelle sue competenze e potenziare i suoi talenti.

Il distacco dall’ambiente familiare

Sarà facile? Forse no. Crescere richiede sempre una transizione verso cose nuove.
In tutti i casi, che si scelga la scuola o di tenerlo ancora a casa, il senso di questa fase evolutiva dovrebbe essere quello di:

  • accompagnare il bambino verso una nuova tappa
  • prevenire il senso di abbandono
  • costruire una progressiva fiducia verso altre figure che non siano quelle della famiglia
  • promuovere l’autonomia del bambino.

La fiducia nelle persone a cui affidiamo i nostri figli è fondamentale: sapere a chi affideranno i bambini, del resto, influenzerà radicalmente l’atteggiamento dei genitori, che potranno trasmettere fiducia sia con le parole che con l’atteggiamento.