La prolattina è l’ormone necessario affinchè il latte possa essere prodotto. I livelli di questo ormone si alzano lentamente nell’ultima parte della gravidanza e poi vedono un vero e proprio picco all’espletamento del parto. Lentamente, il picco di prolattina va calando di mese dopo mese dopo la nascita del bambino, restando tuttavia molto alto fintantochè la mamma allatta. Ogni volta che il bambino si attacca al seno, l’ipofisi materna secerne inoltre ulteriori quantitativi di prolattina, specificatamente in risposta allo stimolo di suzione (funziona anche con la spremitura).

Uno degli effetti della prolattina è quello di bloccare l’ovulazione. Nei primi mesi dopo il parto, l’allattamento può essere utilizzato come metodo “anticoncezionale”, nel senso che in certe condizioni è in grado di inibire l’ovulazione e quindi impedire di restare incinta con una sicurezza paragonabile a quello dei metodi anticoncezionali tradizionali. Il LAM (metodo dell’amenorrea lattazionale) è ben conosciuto nelle culture antiche e pre-industriali. Bisogna tuttavia specificare bene le condizioni che sono necessarie per il suo funzionamento, ovvero:

il bambino non riceve altri alimenti che il latte materno (quindi siamo entro i 6 mesi di vita del bambino)

le poppate sono frequenti, con intervalli (anche nottuirni) mai superiori alle 3-4 ore

alla mamma non è ancora ricomparso il ciclo

Attenzione: se uno di questi punti non è valido, cessa immediatamente la validità dell’allattamento come metodo anticoncezionale. Ad esempio, se il bambino dorme tutta la notte e pertanto le pause si prolungano a sei-otto ore, è possibile che l’ovulazione sia cominciata, e ciò è valido anche se il ciclo non è ancora ripreso (potrebbe essere in fase di “rimessa in moto” proprio nel momento del coito) o se è irregolare (condizione peraltro comune in allattamento, che non impedisce di restare incinta!).

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Foto: realmomsguide.sheknows.com