E’ finita la scuola, i più fortunati forse sono già al mare e di fatto sono iniziate le lunghe vacanze estive. E per questo oggi vi voglio parlare di un rischio spesso ignorato o sottovalutato, quello di annegamento.

Quando pensiamo a qualcuno che sta affogando noi tutti abbiamo l’immagine – che ci viene dalla tv o dal cinema – di una persona che si agita, grida, muove le braccia fuori dall’acqua, chiede aiuto. Ma non c’è niente di più falso. Così si affoga nei film, ma molto di rado questo avviene nella realtà.

E’ successo infatti in molti casi che dei bambini siano affogati con i genitori che si trovavano nelle vicinanze, senza che gli adulti si rendessero conto di quello che stava accadendo.

Vediamo allora come si può capire se qualcuno sta davvero affogando:

  • La bocca della persona che affoga sta alternatamente a pelo dell’acqua e sott’acqua. Il breve lasso di tempo in cui la bocca si trova fuori dall’acqua è appena sufficiente perché quest’ultimo inspiri ed espiri, perciò non gli consente di chiedere aiuto.
  • Chi sta davvero affogando non è mai in condizione di agitare le braccia fuori dall’acqua per richiamare l’attenzione. Le sue braccia invece istintivamente si estenderanno lateralmente in modo da premere sulla superficie dell’acqua e di dargli modo di far riemergere la bocca per respirare.
  • Il suo corpo è in posizione eretta nell’acqua.
  • Altri segnali per riconoscere qualcuno che sta affogando possono essere la testa reclinata indietro, lo sguardo vitreo, vuoto o spento, gli occhi chiusi, i capelli sulla fronte o sugli occhi, l’incapacità di mettere a fuoco e di rispondere se gli si chiede come sta, la bocca aperta, l’iperventilazione o il fatto che ansimi, il fatto che cerchi di nuotare in una direzione senza riuscire a muoversi, o che cerchi di portarsi sulla schiena, a pancia in su nell’acqua. Talvolta sembra che chi affoga stia cercando di arrampicarsi su di una scala invisibile.
  • Nel caso dei bambini, infine, quando i piccoli giocano in acqua fanno rumore. Se non ne fanno, occorre raggiungerli immediatamente per verificare che sia tutto a posto.

In presenza dei segnali indicati, una persona può affogare in 30 secondi o meno. Quando invece qualcuno ha la forza di agitarsi e chiedere aiuto, certamente va soccorso in fretta, ma non è ancora in procinto di affogare.

Livia

Fonti: slate.com

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