I segreti per una comunicazione efficace si imparano nella relazione con i genitori:  ascoltare attivamente i nostri figli significa da un lato insegnare loro un modello efficace, dall’altro esercitarci in una dote preziosa anche per noi adulti.

Se nella nostra vita quotidiana vogliamo avere comunicazioni efficaci, probabilmente dovremo stare attenti ad esprimere messaggi chiari e comprensibili, a utilizzare un linguaggio non verbale appropriato, ad adattarci allo stile del nostro interlocutore.

Per una buona comunicazione, inoltre, uno dei presupposti fondamentali è l’ascolto: l’attenzione è infatti il principale presupposto per entrare in relazione con l’altro favorendo un clima di autenticità e fiducia.

Tutto questo, che può sembrare interessante e comprensibile quando pensiamo alla comunicazione tra adulti, non differisce da quanto accade nella comunicazione con i bambini.

E’ chiaro che il linguaggio dev’essere adattato all’età dei nostri bambini, ma le semplici regole sopra elencate, per quanto possano sembrare banali, spesso non vengono applicate a dovere.

Ascoltare i bambini in modo attivo significa portare loro rispetto.
Un bambino che si sentirà rispettato acquisirà fiducia non solo in se stesso, ma anche nella persona che interloquisce con lui.

Capita, al contrario, che i nostri messaggi nei confronti del bambino non siano sinceri, o che pensiamo di prenderlo in giro a fin di bene, promettendogli ad esempio cose che non potremo mantenere. Non c’è niente di peggio che minare la base della fiducia che il bambino può riporre nei confronti dei genitori o degli insegnanti: si perderà la reciprocità nella comunicazione innescando comportamenti di chiusura.

I bambini comunicano quando sentono di poterlo fare: essere ascoltati distrattamente o con un comportamento non verbale (postura, sguardo, espressione del volto) porterà il bambino a rinunciare non solo ad esprimere le sue idee, ma anche a prestare ascolto in modo attivo ed autentico. Se non siamo capaci di ascoltare, non potremo pretendere che i bambini facciano lo stesso con noi. Questo è valido se siamo genitori, o anche insegnanti ansiosi di comunicare i nostri insegnamenti.

Ascoltare i bambini significa anche tener conto del loro punto di vista: non è sufficiente lasciare che loro lo esprimano, ma è necessario impegnarsi affinché le decisioni vengano prese considerando le loro opinioni.

Difficile? Probabilmente impegnativo. E’ più facile imporre che mediare e spiegare, ma dare dignità al proprio pensiero insegna i bambini ad essere persone sicure, ed aiuta noi adulti ad allenarci nella flessibilità e nel rispetto delle idee altrui.

Ascoltare i bambini non significa accontentarli sempre, o al contrario farli esprimere per poi non tenere in conto il loro pensiero: con questo piccolo “esercizio” quotidiano trasmetteremo loro il rispetto per gli altri e per le loro idee, e nello stesso tempo il valore dell’assertività.

Marcella Agnone – psicologa psicoterapeuta

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