Da oggi la redazione di Blogmamma ha un nuovo membro: si chiama Adrielle Elaine, vive in Brasile e ha 5 anni. Da oggi la aiuteremo a costruirsi il futuro di cui ha diritto tanto quanto noi. È la nostra mascotte, è la nostra “bimba a distanza”.

Quando abbiamo iniziato la collaborazione con ActionAid, come vi spieghiamo nella pagina speciale dedicata a questo progetto, avevamo annunciato la nostra intenzione di dare il buon esempio adottando a distanza anche noi, come Blogmamma, un bambino.

Oggi siamo qui per presentarvi Adrielle Elaine Matias da Silva, una faccia furbetta nata nel 2007 nella regione di Pernambuco, nel Brasile povero del nord est, dove la presenza di grandi latifondi e un forte razzismo che relega all’ultimo gradino sociale i neri hanno ridotto la popolazione a condizioni di estremo degrado.

Lo sappiamo da quando abbiamo letto la scheda che ci è arrivata in seguito alla nostra richiesta del kit informativo per l’adozione a distanza, una cosa che potete fare anche voi compilando il form online che trovate sempre alla fine dei nostri post dedicati ad ActionAid.

Come abbiamo avuto modo di spiegarvi, il kit vi arriva a casa senza impegno, per lasciarvi riflettere con calma e valutare la spesa di 300 euro annuali, tanto (poco) basta per sostenere un bimbo a distanza.

La scheda l’abbiamo voluta leggere tutti insieme, in redazione. Sì, per qualche minuto ci siamo fermati dal nostro lavoro, e con trepidazione ci siamo lanciati in questo progetto insolito per una redazione, l’adozione a distanza di un bambino brasiliano. Guarda un po’ dove ti porta il lavoro, abbiamo pensato. Ci siamo sentiti molto uniti da questa esperienza, davvero consideriamo Adrielle Elaine come “nostra” figlia e la pensiamo spesso. Chissà come ne sarà felice lei, quando glielo diremo, inviandole la nostra prima lettera all’indirizzo indicato sul nostro dossier per l’adozione.

Non nascondiamo un po’ di ingenuità, ma a volte è bello anche così, pensare le cose in modo semplice. È disarmante del resto pensare alla vita di Adrielle Elaine, che pure è più fortunata di altri suoi coetanei e compaesani, dal momento che ha una fonte di acqua potabile nelle vicinanze, la sua casa è di mattoni e cemento, va a scuola, dove sta imparando a leggere e scrivere, e se dovesse ammalarsi troverebbe un centro sanitario vicino, anche se malandato.

Adrielle è la più piccola nella sua famiglia (mamma, papà e due figli), che si mantiene coltivando un piccolo terreno di sua proprietà a cereali e verdure, bastanti giusto per il proprio fabbisogno.

La povertà è la nota dominante nella regione di Pernambuco: curioso, da noi il Nordest è il baluardo di benessere e lavoro (anche se con la crisi non è più così nemmeno lì), in Brasile invece è un territorio immenso e poverissimo dove ActionAid è presente in due aree: la zona interna del fiume Pajeù, tipica periferia di una grande città afflitta da problemi quali sovraffollamento, degrado ambientale e sociale, violenza, assenza di servizi e di infrastrutture. E la zona che dista 400 Km dalla famosa Recife, semiarida, dove il clima sfavorevole e le tecniche di coltivazione obsolete hanno innescato il processo di desertificazione.

Per dare un’idea, intorno a Recife si concentrano 800mila poveri, mentre a Pajeù il 42% degli abitanti ha un reddito mensile di circa 300 euro. Che coincidenza: la stessa cifra che serve a mantenere un bambino a distanza per un anno. Solo che lì deve bastare per una famiglia intera.

È qui che vive Adrielle. Il rischio è che essendo femmina venga esclusa dal processo di emancipazione e di autodeterminazione della propria vita, perché in quella zona domina una struttura famigliare patriarcale che tende a privare giovani e donne di ogni potere decisionale. Il record negativo lo si raggiunge se si è donna, nera e povera: a lei spettano i lavori più umili e precari, e ovviamente meno pagati. Per lei non esiste possibilità di cambiamento, è bloccata senza fine in una condizione di povertà obbligatoria e senza via d’uscita.

Eppure sono le donne che mantengono la famiglia. Ma in Brasile essere donna e mamma non è granché facile, come abbiamo visto in un post che trattava proprio questo argomento.

È proprio su queste donne che ActionAid concentra uno dei suoi sforzi maggiori: l’obiettivo ambizioso è quello di portare uguaglianza, diritti, progresso sociale per le donne della zona peri-urbana e rurale del Pernambuco, che sono nere e allo stesso tempo capofamiglia.

Migliorando la loro condizione, esse saranno in grado di continuare a lottare, ma stavolta non più solo per la sopravvivenza, bensì per i diritti dei loro figli. In questo Actionaid sarà affiancata da un’associazione locale chiamata Casa da Mulher do Nordeste (Casa delle donne del nordest), attiva a Recife e a Pajeù dal lontano 1980, quindi decisamente esperta e ben radicata nel territorio in cui si muove.

Scegliere partner locali affidabili è fondamentale per perseguire un progetto con la concreta speranza di portarlo a termine, con calma e pazienza.

Noi speriamo che quando Adrielle sarà cresciuta tanto da diventare madre (speriamo più tardi di certe bambine col pancione che girano nelle favelas, come hanno raccontato Sara ed Emiliano), qualche obiettivo sia stato raggiunto e che lei stessa, come tutte le donne, possa innescare una ripresa profonda dell’intera società, battendosi perché ai suoi figli sia garantita un’istruzione di buona qualità nei villaggi, perché per i più piccoli siano create delle scuole materne, perché non ci siano più le mamme bambine, né violenza fra i giovani o traffico di droga. Perché almeno si tenti di contrastare tutto ciò che non va.

Quando Adrielle sarà una giovane donna forse ActionAid sarà riuscita a far sì che possa trovare un lavoro dignitoso con uno stipendio dignitoso, aumentando la sua capacità produttiva fino a farle avere un peso di fronte alle istituzioni locali, presso le quali proporrà iniziative per la propria tutela e a proprio sostegno, come l’avvio di piccoli orti e dell’allevamento di animali.

Intanto che è ancora una bambina, però, Adrielle sarà coinvolta in attività educative che le insegneranno il rispetto dell’ambiente e di se stessa, facendole prendere coscienza dei propri diritti, come quello al cibo, cibo che sia di buona qualità, come quello coltivato dalle famiglie con metodi agro-ecologici, cioè rispettosi della natura.

Adrielle crescerà insieme al suo paese: i suoi successi saranno tappe di una società che avanza verso il meglio. Noi ci saremo, con ActionAid.

[actionaid]