Mamme tuttofare, che come moderne dee Kalì tenete in braccio il vostro bambino mentre con l’altro fate mille altre cose, non avete mai sofferto di dolori alle mani, ai polsi e alle braccia?

L’immagine di una mamma che con un braccio regge il bambino e con l’altro cucina, lava, si veste, tiene il telefono, tiene a bada un altro bambino e così via è molto frequente nella vita quotidiana e nell’immaginario collettivo identifica la figura stessa della mamma tuttofare.

Questo continuo tenere in braccio i bambini, che sono piccoli ma sempre più pesanti, stressa molto la muscolatura delle braccia, provocando microtraumi che finiscono per farsi sentire con fastidiose tendiniti ai polsi, al pollice o al braccio intero che poi obbligano le supermamme a fermarsi un attimo.

Lo ha dichiarato anche Gianna Nannini, mamma “over”, in una recente intervista a Vanity Fair: che fatica tenere in braccio la piccola Penelope con quella tendinite al polso causata dal tiralatte!

Ecco un breve elenco dei principali disturbi più frequenti a livello muscolare fra le mamme:

 La tenosinovite di De Quervain, ovvero la “Sindrome delle mamme”

Si chiama così l’infiammazione della guaina dell’estensore breve del pollice e dell’abduttore lungo del pollice, un disturbo che colpisce di solito chi ripete sempre le stesse operazioni stressando sempre lo stesso muscolo. Infatti un tempo questa tenosinovite era nota anche come “malattia delle balie e delle ricamatrici”.

Pensateci su, dopo qualche settimana dal parto non avete per caso cominciato ad accusare qualche dolore al pollice? Magari quando dovevate cambiare il pannolino, con quel tipico gesto di sollevare il culetto del vostro neonato per infilargli sotto il pannolino pulito? Contate pure che la muscolatura è anche appena stata messa a dura prova dalle variazioni ormonali che l’hanno un po’ ammorbidita.

I primi trattamenti servono a sfiammare, quindi si possono usare antinfiammatori o cortisone, se non si allatta, tutore e fisioterapia: e ovviamente un po’ di riposo. Se poi non fosse abbastanza, l’unica come sempre è andare dall’ortopedico, che valuterà se è il caso di effettuare addirittura un piccolo intervento chirurgico di 15 minuti, da effettuare comunque in day hospital e con anestesia locale.

Tunnel carpale, tipico della gravidanza

La sindrome del tunnel carpale, ovvero quel canale dentro al polso in cui passano i tendini dei muscoli flessori e il nervo mediano per comunicare il movimento dall’avambraccio alla mano, è molto favorita dalla ritenzione idrica e dall’aumentata flessibilità delle articolazioni che caratterizzano la gravidanza.

Il tunnel non è elastico, quindi subisce la pressione causata da una tendinite e reagisce irritando il nervo mediano. La futura mamma potrebbe perciò avvertire dolore alle prime 3 dita della mano, pollice, indice e anulare, più intenso la notte e accompagnato da insensibilità e perdita di forza.

Questo problema scompare dopo il parto, di solito, pur rappresentando nel primissimo periodo un problema nella gestione del bambino, perché limita l’uso del braccio e in più tormenta il sonno della mamma, già costretta alle levatacce notturne per via dell’allattamento.

Anche in questo caso l’intervento chirurgico può essere una soluzione, sempre però se tutto il resto non ha funzionato: nell’ordine, riposo, antinfiammatori, tutori, fisioterapia.

Tendinite al polso

Ricordate l’immagine della dea Kalì che abbiamo evocato all’inizio? Il suo risvolto negativo è che il braccio costretto a supplire quello impegnato a tenere il bambino subisce un eccesso di lavoro.

Risultato? I tendini si infiammano e il dolore arriva dal gomito fino al polso e alla mano, rendendo faticosi perfino i gesti più banali. Si tratta di epicondiliti che nei casi più lievi regrediscono con il riposo, ghiaccio e uso del tutore. Nei casi più seri l’ortopedico valuterà il ricorso alla fisioterapia o addirittura l’intervento chirurgico.

 

Fonte articolo: www.orthopedika.it

Fonte immagine: www.senzapelisullatastiera.blogspot.it