Il 27 Gennaio prossimo, come ogni anno, si celebra il Giorno della Memoria per non dimenticare le vittime delle atrocità del nazismo. Con l’avvicinarsi di questa data importante, arriva nelle sale italiane La Chiave di Sara, film tratto dall’omonimo romanzo di Tatiana De Rosnay, che affronta il tema del rastrellamento del Velodromo d’Inverno di Parigi, avvenuto il 16 luglio 1942.Julia, giornalista newjorkese approdata a Parigi, è impegnata in un’indagine sugli amari accadimenti del Velodromo d’Inverno, il luogo in cui furono rinchiusi migliaia di ebrei francesi nell’attesa di essere portati nei campi di concentramento. L’obiettivo di Julia è quello di restituire un nome e una storia a quelli che per troppo tempo sono stati solo numeri. Così si imbatte nella storia di Sara, una ragazzina che nascose il fratellino nell’armadio quando la polizia nazista fece irruzione in casa sua portando via lei e i suoi genitori.
Nonostante ci siano sessanta anni di distanza tra Julia e Sara, qualcosa lega le due vite. La ragazzina abitava proprio nell’appartamento che Julia sta ristrutturando, così per la giornalista quest’indagine diventerà un affare personale probabilmente legato ad un segreto familiare. Ed ecco che una verità del passato diventa un conto da pagare nel presente. Scoprire quale sia stata la storia di Sara diventerà per Julia un’ossessione che metterà a repentaglio il già precario equilibrio matrimoniale.
La storia si articola in un due periodi temporali paralleli, ben integrati da una sceneggiatura attenta che non ha la volontà di raccontare la vita nei campi di sterminio, ma che al contempo riesce a trasmetterne l’orrore di quei tempi e sopratutto la difficoltà, per i sopravvissuti, di tornare a condurre una vita senza incubi.
La chiave di Sara riesce ad affrontare il delicato tema dell’olocausto, in un modo originale, non trascurando mai la dimensione psicologica ed umana. Ovviamente, un film che narra “pezzi di nazismo” non può che essere toccante e struggente, eppure questo riesce ad esserlo senza cadere nel lacrimevole, conservando delicatezza e intimismo.
Le protagoniste Kristin Scott Thomas, nel ruolo di Julia e Mélusine Mayance, in quello della piccola Sara, si fanno interpreti, in modo ineccepibile, di una tassello di storia buio e doloroso.
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