E’ una verità inconfutabile che tutte le donne, in quanto mammifere, abbiano il latte per i loro bambini e che il loro latte sia perfetto per i propri cuccioli sia per qualità che per quantità.
Tuttavia, molte donne arrivano al parto con il timore di non essere adeguate da questo punto di vista, e non potere così assicurare il latte al proprio cucciolo. Quali tutte le madri cominciano allattando al seno, ma nel giro di pochi mesi la percentuale delle donne che allattano scende molto, nonostante le donne affermino di volere allattare.

Il problema non sta nella biologia, bensì nella conduzione dell’allattamento. Esso è un processo fisiologico e naturale, ma, alla pari del parto, può essere disturbato da pratiche che ne snaturano il funzionamento.
L’allattamento è governato dal nostro cervello arcaico, quello che è stato programmato quando vivevamo sugli alberi e dovevamo difenderci dai predatori. Mamma e neonato umani sono settati per vivere in simbiosi almeno fino a quando il cucciolo con abbia un minimo di autonomia nella deambulazione. La mamma umana, a differenza da mamma lupa o mamma leonessa, non si allontana mai dal cucciolo per procacciare il cibo. Il latte che produciamo è infatti molto leggero, se paragonato a quello dei mammiferi che usano staccarsi dal cucciolo per cacciare, e questo fa sì che i nostri neonati lo digeriscano in fretta e ne chiedano ancora anche con molta frequenza!
Il mondo da allora è molto cambiato, e anche la puericoltura, ma l’istinto dei cuccioli risponde a programmazioni arcaiche. E’ bene saperlo per interpretare correttamente le loro richieste.
 
Del resto, se il vostro bambino, specie nei primi mesi, vi chiede spesso di attaccarsi, anche di notte, non significa necessariamente che il vostro latte non sia sufficiente o non sia nutriente!
Controllate settimanalmente (all’inizio, poi anche più raramente) che continui a crescere e se in effetti lui mette peso ed è vispo, non fatevi domande angosciose sul vostro latte.
E non prendete le curve di crescita come oro colato, ricordate che sono mere statistiche e che ogni bimbo è diverso: bisogna valutare la sua crescita individuale.

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