Come si stabilisce e calcola la data presunta del parto (dpp)?

Quali sono i parametri su cui ci si basa per definire il giorno, anzi meglio il periodo in cui dovrebbe nascere il bambino e/o la bambina?

Scopriamolo insieme.

La data presunta del parto è, come dice il nome, solo ipotetica. Indica infatti quella finestra temporale che sta i quindici giorni prima o dopo del giorno in cui dovrebbe avvenire il parto.

Poiché è troppo incerta la definizione del momento in cui è avvenuto il concepimento, per accordi internazionali si è deciso di affidare la datazione della gravidanza a un parametro più preciso, e cioè il primo giorno dell’ultima mestruazione.

Per calcolare quindi la data presunta del parto si contano 280 giorni (40 settimane) dalla data del primo giorno dell’ultima mestruazione, con un margine in più o in meno di 15 giorni.

Utilizza il nostro contatore per calcolare la data presunta del tuo parto

Che cos’è l’età gestazionale

L’età gestazionale viene quindi misurata basandosi sulla mestruazione (età mestruale), e non sul momento di concepimento (età concezionale) che invece si presume essere successiva di circa due settimane.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):

“la durata della gestazione è misurata a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione normale. L’età gestazionale viene espressa in giorni completi o settimane complete”.

La regola di Naegele

Per calcolare la data presunta del parto ostetriche e ginecologi si servono del regolo ostetrico, ma il conteggio può essere eseguito facilmente dalla coppia applicando la regola di Naegele.

Questo calcolo si svolge aggiungendo sette giorni e si sottraendo tre mesi alla data dell’ultima mestruazione.

Per esempio se il primo giorno dell’ultima mestruazione è stato l’11 gennaio, aggiungendo 7 giorni si arriva al 18 gennaio; se andiamo indietro di tre mesi arriviamo al 18 ottobre: equella sarà  la data presunta del parto.

Questo calcolo funziona solo se:

  • la donna è certa della data del primo giorno dell’ultima mestruazione;
  • la durata del flusso è stata normale in rapporto alle caratteristiche abituali per la donna in questione;
  • il ciclo non superava i 35 giorni.

Va comunque considerato che l’uso di preparati anticoncezionali steroidei (pillola anticoncezionale) nei tre mesi che precedevano l’ultima mestruazione aumenta la probabilità che la stima dell’età mestruale sia poco precisa.

La prima ecografia

Per essere più sicuri, la datazione viene sempre comunque valutata durante la prima ecografia 

Questo esame si svolge solitamente tra la decima e la dodicesima settimana di gestazione per misurare alcuni parametri fetali. Permette di confermare la corrispondenza o meno tra l’epoca calcolata in base all’ultima mestruazione e l’effettivo livello di sviluppo raggiunto dal feto.

In alcuni casi, quando questa corrispondenza manca, la gravidanza viene ridatata, cioè da quel momento si finge che l’ultima mestruazione sia stata qualche giorno prima o dopo, in maniera che l’età gestazionale sia coerente con l’accrescimento del feto; a questa nuova data bisognerà fare riferimento per tutti i controlli in gravidanza e per il calcolo della data del parto.

Perché si calcola la dpp?

La definizione precisa dell’epoca gestazionale è importante non solo per la corretta valutazione della crescita fetale nel corso della gravidanza (si potrebbe rischiare di considerare in ritardo di crescita un bambino che invece è solo più giovane di quanto ci si aspettava e viceversa), ma anche per organizzare al meglio l’assistenza al momento del parto.

I gruppi di età gestazionale riconosciuti dall’OMS sono:

  • pre-termine: meno di 36 settimane complete (ossia meno di 259 giorni)
  • termine: dall’inizio della 37° fino alla 41° settimana completa (ossia da 259 a 293 giorni). In Italia invece vengono considerati bambini a termine quelli che abbiano già compiuto la 37° settimana completa di gestazione (265 giorni)
  • post-termine: dall’inizio della 42° settimana completa o più (ossia 294 giorni o più).

Fonte: Uppa.it