Chi sono i ragazzi interrotti?
Alyssa
“Perché io non vedo dalla nascita e per me la scuola è contatto, è sfiorare la mano della mia compagna di banco, è girarsi e sentire la voce dell’altra amica della fila dietro”.
Luce
“Diciannovesimo compleanno, 30 marzo, ancora niente festa, ma sicuramente compleanno migliore rispetto al 2020, quando l’unica consolazione del diciottesimo è stato un video-messaggio di auguri del mio rapper preferito che mi ha dato appuntamento al suo prossimo primo concerto. A contattarlo è stata mia madre tramite la sua che era rimasta colpita dalla mia storia e dalla situazione. Ora spero di riuscire a fare un buon esame di maturità che, se arrivo ai i 70/100 mio padre mi ha promesso che sostituirà la panda 4×4 dell’82 con un’auto più recente! Speriamo!”.
Alfred
“Il teatro mi è servito per capire che oltre a me ci sono gli altri e le altre, ci sono i miei bisogni e i miei problemi, che spesso non sono diversi da quelli altrui. Ho conosciuto la sofferenza del bullismo, che mi ha fatto diventare più forte. Amo la mia vita, con le luci e con le ombre. Il teatro è tutto per me. E’ un mondo in cui posso essere protagonista e decidere le mie sorti. Ma anche il modo in cui posso raccontare la realtà, perché il teatro è anche denuncia”.
Alberto
“Quello che sto facendo oltre alla scuola, non è solo un lavoro, ma anche una passione: piano piano sono riuscito a realizzare diversi progetti per molti istituti in tutta Italia tra cui “Valentine Box Online”, un progetto che mi ha consentito di digitalizzare “la tradizionale scatola di San Valentino” per permettere ai ragazzi, anche se in Dad, di potersi scambiare messaggi d’amore tra loro. Questa idea ha avuto molto successo in tutta Italia e ben 85 scuole hanno utilizzato e richiesto il sito web. Ultimamente mi sto dedicando ad un progetto che io chiamo “Scuole sul Web” che consiste nella creazione di un sito per ogni scuola, che sarà gestito direttamente dai Rappresentanti di Istituto: fatto quindi dagli studenti per gli studenti”.
Massimiliano
“Il rapporto con mia madre è sempre stato bellissimo. Le voglio bene e ho sempre apprezzato il suo comportamento con me. Con lei ho riso, pianto nei momenti in cui avevo bisogno e mi sono divertito molte volte. Con lei parlo se ho qualche problema nella vita sociale o nella vita scolastica e mi ha sempre spinto a puntare al meglio. Lei ha sempre creduto in me. Pure in quest’ultimo periodo abbiamo sempre parlato e scherzato nei momenti giusti, anche se tutto non è ancora tornato come prima. Lei continua ad essere debole, non riesce a lavorare perché a volte non si ricorda le cose, ma piano piano la situazione sta migliorando e io spero immensamente che alla fine di tutto questo si riesca a tornare alla normalità”.
Sara e Samuele
“La prima volta che ho rivisto Sara dopo tutto quel tempo è stato strano, aveva una mascherina enorme e si vedevano praticamente solo gli occhi, bellissima e indimenticabile. La cosa peggiore del vedersi per strada in quel momento è che non sapevamo cosa fare, se salutarci e come, se togliere la mascherina o quanto avvicinarsi. Ala fine prima di andare via ci siamo abbracciati”.
“Negli ultimi mesi riusciamo a stare insieme più spesso, entrambi abbiamo preso la patente quindi riusciamo a spostarci più frequentemente, incastrando impegni scolastici e lavorativi. Purtroppo tra coprifuoco, zone gialle, arancioni, rosse, è difficile, se non vietato, andare a cena fuori o spostarsi in centro per passare un po’ di tempo da soli, su questo però possiamo ritenerci molto fortunati in quanto Samuele sotto casa, ha un luogo, dove passiamo la maggior parte del nostro tempo con amici ma soprattutto tra noi”.