In occasione della Festa del Papà, Humanitas San Pio X, in collaborazione con FattoreMamma, dedica a tutti i futuri papà una speciale edizione del “Papà Camp, la palestra dei papà”. L’incontro si terrà martedì 19 marzo alle ore 19.00 in ospedale. Un’occasione per festeggiare insieme agli specialisti imparando a prendersi cura del proprio bebè fin dai primi giorni. L’evento è riservato a tutti i futuri papà ed è gratuito previa iscrizione al seguente link.

Per saperne di più, abbiamo fatto qualche domanda al Dott. Marco Nuara, neonatologo di Humanitas San Pio X e guida del Papà Camp.

Intervista al neonatologo Dott. Marco Nuara

Quale è l’obiettivo del Papà Camp?

Obiettivo è aiutare l’uomo ad affrontare il delicato passaggio a padre, aiutandolo a entrare in contatto con la nuova famiglia sin da subito, preparandosi all’accudimento del piccolo. Per un uomo non è immediato sentirsi padre. Per molti, questa consapevolezza arriva dopo qualche mese, quando il bambino è in grado di interagire oppure quando sentono di poterlo accudire. Da qui, l’idea di coinvolgere i futuri e neopapà con corsi di puericultura pensati per loro, dal cambio del pannolino, all’igiene intima di maschi e femmine, bagnetto, comprensione del pianto, ma anche di sicurezza in auto, visto che sono spesso proprio i papà a dover scegliere i seggiolini, orientandosi tra le normative in continuo aggiornamento. Infine, il corso di massaggio neonatale per sperimentare il piacere del contatto con il proprio piccolo e così imparare a prendersi cura del proprio figlio fin dai primi giorni.

Prendersi cura del bebè fin dai primi giorni: perché è così importante?

Siamo soliti dire che quando nasce un bambino nasce una mamma, ma nasce anche un papà. Con l’arrivo del neonato, la relazione tra uomo e donna cambia e il bambino diventa il centro dell’attenzione della mamma, ma anche delle nonne che spesso criticano il modo di accudire del neopapà. Fare bene non vuol dire “fare le cose come le farebbe lei”, e nell’accudimento del papà c’è spazio proprio per la creazione di piccoli riti che creano la relazione tra papà e figlio.

Al termine del corso sarà consegnato a tutti i papà un vademecum con le nozioni di puericultura apprese: può darci qualche anticipazione?

Non solo un vademecum, ma anche un attestato che certifica l’acquisizione delle nozioni di puericultura, da presentare alle nonne e alla mamma e dire “anche io lo so fare”. Prendersi cura del proprio bimbo, infatti, non prevede che ci siano “cose da mamma” e “cose da papà”. Al Papà Camp, i neopapà imparano fin dall’inizio a riconoscere il pianto del proprio bimbo e prendersene cura, a gestire il mal di pancia e sapere come dargli sollievo, coccolarlo e calmarlo. Imparano anche perchè certe azioni possono essere pericolose, come distrarre il bimbo con le chiavi durante il cambio pannolino o distrarsi al cellulare per immortalare un momento e fare una foto, oppure perchè il bimbo non va scosso nè nel gioco nè per distrazione. Soprattutto il vademecum accompagna il papà nelle fasi dell’accudimento che possono metterlo più in crisi quando è a casa con il proprio bimbo.

Cambio pannolino, bagnetto, pianto, igiene del neonato: quale tra questi “momenti” mette più in crisi i papà?

In realtà il papà entra in crisi quando, nell’accudire il proprio figlio, la mamma e le nonne criticano il suo modo di fare, non ritenendolo corretto, e prendono il sopravvento sulla cura del neonato dicendo “lascia stare faccio io”. Sentendosi incapace di prendersi cura del proprio bimbo, il papà abbandona la cura alle donne della famiglia. Il papà invece è perfettamente in grado di fare le stesse cose che fanno le donne di casa, ma a modo proprio, anche il cambio del pannolino che, tra tutti i momenti di accudimento del bimbo, è quello che forse mette più in crisi i papà perchè meno ‘gradevole’.

Crede che il passaggio ad un ruolo del papà che preveda anche l’accudimento e l’educazione dei piccoli sia vicino?

In Italia c’è una lacuna legislativa e culturale che non aiuta i padri ad essere padri. La mancanza di permessi adeguati di paternità, il dover prendere giorni di ferie per stare vicino al neonato e alla propria compagna, non aiutano gli uomini a diventare papà. Anche culturalmente, il papà si trova a dover andare al lavoro mentre la mamma sta a casa ad accudire ed educare il figlio. Tuttavia, sempre di più, anche gli uomini vogliono entrare a far parte della vita del proprio figlio fin dalla nascita. E la partecipazione al Papà Camp ne è la dimostrazione.

E le mamme? Come vedono questa evoluzione del ruolo dell’uomo, marito e padre?

Le mamme ne sono ben felici. Sapere che possono affidare il proprio bimbo anche al papà che se ne prenderà cura come farebbe lei, ma a modo suo, è rassicurante, oltre a sentirsi sollevate anche nella fatica giornaliera. Sapere che alla fine dell’allattamento, per esempio, sarà il papà a prendere il braccio il bimbo e, tenendolo nel modo giusto, attenderà il ruttino e poi se ne prenderà cura anche nel cambio pannolino, per la donna significa poter riposare e dedicare a se stessa.