Il buio della notte favorisce l’emergere di angosce, paure, preoccupazioni, dubbi, affanni, apprensioni che nel corso della giornata, indaffarati come siamo, rimangono inespressi. Questo tipo di situazione è capitata prima o poi a tutti: non riusciamo ad addormentarci, ci rigiriamo nel letto, e nel dormiveglia a volte siamo colti dalla sensazione che qualcuno sia entrato nella stanza o che il cigolio della finestra sia causato da un ladro.

I medici hanno dato un nome a queste manifestazioni e sensazioni, che chiamano ‘allucinazioni ipnagogiche’: in parole semplici, sono allucinazioni che precedono il sonno, anche se spesso, oltre che alla sera, si manifestano al mattino. Ciò che le distingue dai terrori notturni e dagli incubi è il fatto che avvengono nello stato di dormiveglia: si è semiaddormentati, ma ancor coscienti di quanto succede attorno.

Sarà capitato a tutti di svegliarsi di soprassalto con l’impressione di non poter muovere un braccio, con la sensazione di avere la pelle coperta di formiche, di precipitare da una torre oppure di aver sentito un rumore nella stanza, come se ci fosse qualcuno nascosto dietro la tenda. Ne siamo sicuri, al punto che dobbiamo alzarci per vedere che cosa ‘non’ è successo, altrimenti non riusciamo più a prendere sonno.

Lo stesso succede ai nostri piccoli, in genere attorno ai 3 anni. Con una differenza: mentre noi siamo in grado di capire, e abbiamo gli strumenti per rassicurarci, i bambini non riescono a comprendere che cosa stia succedendo, e pensano che il buio della notte sia popolato da mostri.

Nei primi anni di vita il bambino non è ancora in grado di distinguere tra fantasia e realtà, e anima gli oggetti come fossero persone vere. Non solo. Gli psicologi ci assicurano che nei primi anni di vita i bambini credono che tutte le cose del mondo, comprese le pietre, le piante, il vento, siano vive, possano parlare, soffrire, pensare. Allora, quando un bambino ci racconterà che sotto il letto c’è un mostro cattivissimo, è importante rispettare questa sua verità, cercando di capire che cosa lo spaventa.

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