L’obesità infantile è un problema sempre più presente all’interno delle famiglie italiane.

Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il 18% dei bambini al mondo sono affetti da obesità (un bambino su cinque). In Italia questo dato sale drammaticamente. La percentuale sale a più del doppio: il 36,8%.

Obesità: un problema sociale

Per combattere l’obesità infantile c’è bisogno di un’alleanza tra famiglie e pediatri (ma non solo).

Occorre unire le forze e le conoscenze sull’obesità attraverso un approccio e un intervento multidisciplinare.

I bambini che soffrono di obesità durante i loro primi dieci anni di vita nel 75% dei casi diventeranno degli adulti obesi.

E la familiarità ha un ruolo importante.

Il 25% dei bambini sovrappeso o obesi ha un genitore con problemi di peso; la percentuale sale al 34% se entrambi i genitori sono sovrappeso o obesi.

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Dalla gestazione alla tavola

La Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) e il Ministero della Salute da alcuni anni cercano di fare campagne ed azioni in maniera congiunta per risolvere il fenomeno.

Come testimonia il dott. Giuseppe Di Mauro, Presidente nazionale della SIPPS:

L’obesità è anche una malattia sociale e noi pediatri dobbiamo essere in grado di intervenire precocemente sin dai primi mesi di vita e perfino dalla gravidanza, indicando quali sono i comportamenti corretti da adottare: dall’allattamento al seno almeno fino al sesto mese alla corretta alimentazione complementare con ridotto apporto proteico, dal divieto ad assumere bevande zuccherate e gassate all’attività motoria”.

Le 5 regole

Per combattere l’obesità infantile occorre quindi stabilire una stretta sinergia tra famiglia, società e mondo medico.

Come diciamo sempre la salute comincia a tavola. E le buone pratiche si imparano sin da piccoli.

Una dieta sana e bilanciata. Il movimento. Sono una serie di pratiche che dovrebbero far parte della nostra quotidianità.

1. Allattamento

L’allattamento materno è la prima occasione per realizzare una corretta educazione alimentare. L’invito è allattare al seno almeno sei mesi, se possibile fino i dodici mesi.

Se si decide di utilizzare il biberon è bene sospendere entro i 12-24 mesi il suo utilizzo. Il biberon non favorisce una corretta regolazione del senso di sazietà e il suo uso prolungato mette a rischio la salute dentale.

Le statistiche evidenziano che dopo i 12 mesi il rischio di sovrappeso aumenta del 3% per ogni mese di uso del biberon.

Allattamento_materno

2. Svezzamento

Introdurre alimenti e bevande complementari al latte materno, ad eccezione dell’acqua, solo a partire dai sei mesi compiuti del bambino.

In particolare occorre controllare l’apporto proteico nei primi due anni di vita:

  • evitando il formaggio grattugiato nelle pappe fino a 1 anno;
  • non superando i 20 grammi di carne o formaggio e i 30 grammi di prosciutto.

3. Bevande zuccherate

Evitare di far assumere ai bambini da zero a sei anni bevande che contengono zuccheri: tè istantaneo, tè deteinato, tisane, succhi di frutta, soft drink, acqua zuccherata (il consumo deve essere molto limitato). Preferire spremute e centrifugati senza zuccheri aggiunti.

Sport adatto ai bambini

4. Lotta alla sedentarietà

Far muovere il bambino il più possibile sin dai primi mesi di vita. Evitare di tenerlo troppo seduto. Non parcheggiarlo davanti alla televisione o al tablet prima dei due anni. Inoltre quando mangia o compie altre attività spegnere la televisione.

Privilegiare l’abitudine di camminare insieme a piedi. Passeggiare e a partire dai 3 anni limitare l’uso del passeggino.

5. Le porzioni di cibo

Il cibo non deve diventare un’ossessione. Occorre incoraggiare un rapporto sereno con esso. Il bambino mangia anche in base alla sua età e alle sue preferenze. Assecondatele e permettetegli anche di “giocare” con esso.