i

La gravidanza protratta oltre il termine indica che il parto non avviene nonostante sia passata la 40 settimana, ossia che sia stato oltrepassato il 275 giorno dal concepimento.

Generalmente i medici concordano nello stabilire e ammettere un ritardo, a seconda dei casi tra i 294 e i 300 giorni, sottoponendo la futura mamma a controlli periodici che consentano di verificare la presenza di sufficiente liquido amniotico per la sopravvivenza e il corretto sviluppo del bambino.

Gravidanza protratta: le cause

  1. Familiarità:  chi ha avuto casi in famiglia di parti oltre il termine (mamma, sorella, nonna, ecc) ha maggiori probabilità che si verifichi anche nel suo caso.
  2. Cicli mestruali irregolari: generalmente si calcola la data del concepimento fissandola 14 giorni dopo l’inizio dell’ultima mestruazione, le donne che hanno un ciclo irregolare non sempre riescono a stabilirla con esattezza e hanno una maggiore frequenza per essere soggette a parti protratti. Le ricerche hanno dimostrato che le donne che hanno cicli mestruali più lunghi rispetto ai 28 giorni di media partoriscono di solito più tardi rispetto a chi invece ha flussi ravvicinati
  3. Farmaci antinfiammatori non steroidei: i farmaci come l’aspirina, possono ritardare la data del parto, inibendo la produzione delle prostaglandine, sostanze che favoriscono la comparsa delle contrazioni dell’utero.

Gravidanza protratta: gli esami

A partire dalla 39ª settimana la futura mamma viene sottoposta ad alcuni controlli che accertano che la gravidanza stia procedendo per il meglio. Questi esami vengono ripetuti con cadenza diversa a seconda delle condizioni del donna e del bambino.

  • Il tracciato: è un esame che registra il battito cardiaco del bambino e le contrazioni dell’utero. Si esegue appoggiando sulla pancia della mamma un sensore collegato a un computer. Generalmente viene ripetuto ogni 48 ore tra la 40 e la 41  settimana e ogni 24 ore tra la 41 e la 42.
  • La flussimetria doppler: si tratta di una particolare ecografia che esamina il cordone ombelicale e la placenta per verificare che il piccolo, attraverso il flusso del sangue della mamma respiri e sia nutrito correttamente. A partire dalla 39ª settimana si esegue ogni tre giorni.
  • L’ecografia: permette di osservare e la placenta e le condizioni del liquido amniotico che non deve diminuire, altrimenti il bambino non ha nutrimento e quindi diventa obbligatorio farlo nascere.

Gravidanza protratta: quando indurre il travaglio

Se dopo tutti i controlli alla fine della 41 settimana il bambino ancora non nasce, generalmente il parto viene indotto, tramite l’introduzione nella vagina di un gel a base di prostaglandine o tramite la somministrazione con la flebo di ossitocina. Il cesareo viene utilizzato se i precedenti metodi falliscono o se dai controlli emerge che il bambino sta soffrendo e si sta mettondo a rischio la sua vita.

Per saperne di più sulla gravidanza protratta leggete il nostro Speciale.